Nunzio Fresi e la sua famiglia sono ormai seguitissimi sui social, complice un mix di spontaneità e creatività. La nostra intervista.
L’avventura sui social di Nunzio Fresi e della sua famiglia è iniziata per caso e mai i diretti interessati avrebbero immaginato di conquistare così tanto seguito. A dimostrazione che la semplicità è invece la strada più incisiva per arrivare al cuore della gente, il viaggio di mamma Federica, di Nunzio e delle loro bambine Virginia e Ginevra è approdato persino nel mondo musicale. Il 5 luglio esce infatti il brano Senti Bella, nato da un tormentone social. Ce lo racconta proprio Nunzio.
Ciao Nunzio, come nasce il vostro progetto social? E vi sareste mai aspettati tutto questo seguito?
«Pensa che io non avevo e non usavo i social. Quando è iniziata la pandemia, Federica ha scaricato TikTok. All’inizio guardavamo i video degli altri, ma non capivamo neanche come facessero a farli. Poi abbiamo iniziato a fare qualcosa anche noi e mi ricordo che il primo video è arrivato a 100.000 visualizzazioni. Mi immaginavo San Siro, che può ospitare 80.000 persone. Dicevo a Federica Uno stadio intero ha visto questa cavolata?. Non pensavo mai che potesse diventare una cosa di questa portata, in realtà non sapevamo cos’altro fare. Facevamo queste scenette per passare il tempo e casa, però mi divertivo a far divertire le persone. Tutto è partito con questo scopo».
Potremmo dire che c’è molta spontaneità nei vostri contenuti.
«Cerchiamo sempre di far sorridere o emozionare le persone. Mai fatto dissing».
A premiare è quindi la semplicità?
«Molti mi dicono che vogliono entrare in questo mondo social. Lo fanno però per le visualizzazioni e cercano di creare un contenuto studiato. Il mio consiglio è sempre Porta te stesso e fai ciò che vuoi. Come va, va. Se parti con l’idea di diventare famoso, è difficile. La gente capisce se sei vero o finto. Quando noi facciamo i video non usiamo né trucchi né filtri».
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Parliamo del brano, come nasce?
«Esce il 5 luglio su tutte le piattaforme. Devo dire subito che sono stonato e la gente che ci segue lo sa, perché abbiamo fatto un po’ di video con il Canta Tu. Infatti durante la registrazione abbiamo riso molto. Ci tengo però a dire che la canzone non è sponsorizzata da nessuno ed è stata interamente pagata da me. In più, con la canzone sosteniamo l’ENPA. Non è stata fatta per un ritorno economico, ma più perché le mie figlie, guardando YouTube, mi chiedevano Papà, facciamo una canzone?. All’inizio rifiutavo, non ce l’avrei fatta. Abbiamo accantonato tutto, però un giorno in macchina ci siamo messi ad ascoltare la musica. Devi sapere che noi viviamo molto l’automobile e ascoltiamo sempre Spotify. I bambini oggi non ascoltano però più le canzoni dello Zecchino d’Oro, preferiscono brani forti e rap. Io le trovo volgarissime».
Per il linguaggio?
«Le mie figlie hanno 7 e 9 anni e forse non capiscono ancora il significato di alcuni concetti, ma le parolacce sì. Non faccio altro che skippare. Da lì mi è venuta l’idea di fare una canzone nostra, ma non quella da classica famiglia di YouTube e da ballo di gruppo. Ho cercato di farla con le tonalità che piacciono ai ragazzi, ma senza linguaggio volgare».
È andato tutto liscio?
«Devo dire la verità. Abbiamo creato la canzone in un’ora e un quarto. Abbiamo pochissimo tempo, quindi abbiamo registrato la canzone e contemporaneamente anche il videoclip per YouTube e per Instagram. Tutto insieme».
Alle bambine è piaciuta?
«Tantissimo! È una canzone techno. Ci siamo divertiti molto, soprattutto quando toccava a me cantare. Poi ci tengo a dire che il Senti Bella di Ginevra viene da un personaggio inventato. Molti hater non lo capiscono, ma in generale quando andiamo in giro è molto richiesto. Il brano è inerente a quel personaggio».
Di tutto questo viaggio social, cosa ti arricchisce maggiormente?
«A noi piace stare in casa, non usciamo spesso. Tuttavia, quando portiamo le bambine alle finali nazionali o ai concorsi di danza, bambini e ragazzi si emozionano quando vedono dal vivo Virginia e Ginevra. È significativo. Poi siamo semplicemente noi stessi: siamo molto uniti e dedichiamo tantissimo tempo alle bambine. Se dovessimo stare un mese in casa da soli, ci divertiremmo comunque. Siamo molto festosi».