Dopo l’esperienza a ‘X Factor’, gli Stunt Pilots tornano con l’EP ‘THE TAKEOFF’ che suona come espansione di ‘Imma Stunt’ in attesa di un nuovo viaggio. L’intervista.

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Si intitola ‘THE TAKEOFF’ il nuovo EP degli Stunt Pilots, secondi classificati a X Factor 2023. Dopo il successo di Imma Stunt, il trio si mantiene fedele a quelle sonorità tra rock, elettronica e hyperpop ad alto tasso di energia e ironia. Cinque le tracce del progetto – nato tra Berlino, Milano e la Thailandia – con le quali Zo Vivaldi, Moonet e Farina chiudono la parabola cominciata con il talent prima di imbarcarsi alla scoperta di ‘nuovi Stunt’.

Come è stato tornare a lavorare in studio insieme dopo le luci del palco di X Factor? È cambiato qualcosa nella vostra dinamica creativa?
Non vedevamo l’ora, anche mentre eravamo nella trasmissione, di tornare a scrivere nel nostro studio piccolo e puzzolente! Il nostro garage ci mancava un sacco, con tutta la sua umidità. Anzi ora siamo in un garage più grande e ancora più umido. Per il resto, non è cambiato molto nel nostro processo creativo, né durante né dopo la trasmissione: come prima, non si capisce come funzioni.

Tornare in studio è stata proprio la prima cosa che abbiamo fatto dopo X Factor e abbiamo avuto la fortuna di non essere scaraventati in giro a fare quindi abbiamo potuto prenderci un po’ di tempo per queste canzoni. L’unica differenze è che ci siamo fatti aiutare molto dal nostro produttore che ha messo una mano magica su questo EP e ha velocizzato l’intero processo. Autoprodursi può richiedere molto tempo, una quarta testa che ti aiuta su certi aspetti è molto utile. È stato figo.

Stunt Pilots
Cover da Ufficio Stampa

E in termini di pressione o aspettative dopo il secondo posto a nel talent, ne avete sentite?
Guarda, il nostro mantra è niente aspettative e abbiamo vissuto il talent pensando che potevamo praticamente uscire ogni sera. Potevamo andarcene ed essere eliminati a ogni puntata, quindi non ci siamo fatti aspettative. Questo EP è stato scritto prima di X Factor, tra Berlino e la Thailandia e queste tracce per noi restano ancora validissime, rispecchiano ancora tutto il nostro sound. Anche durante la trasmissione abbiamo cercato di mantenere quell’identità che appartiene anche all’EP.

Come avete selezionato le tracce di ‘THE TAKEOFF’?
In generale abbiamo scelto i brano che condividevano la stessa energia di Imma Stunt che è stata un po’ un unicorno nella nostra discografia per quello che avevamo su Spotify. Abbiamo voluto mantenere quel tipo di suono, quella visione rock elettronica e in mezzo alla sessantina di canzoni che avevamo scritto abbiamo avevamo trovato queste che, partendo da Imma Stunt, cercando di ampliare quel tipo di atmosfera.

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Una settimana prima dell’EP avete pubblicato come singolo la traccia SELLOUT, perché proprio questa canzone come apripista?
Tratta un tema che ci ha toccato molto dopo X Factor e su cui abbiamo ironizzato, scherzato e giocato. Inevitabilmente è quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi, usciti dal talent, dopo settimane chiusi dentro a un loft senza avere contatti con le persone esterne. Uscire fuori dopo tre mesi da quella situazione, finisce che ti ritrovi totalmente in un altro ambiente lavorativo, con un altro team. Devi navigare in mezzo a tutte queste cose e abbiamo voluto parlarne lanciandole tutte in questa canzone che racconta quello che stavamo vivendo. Volevamo portare con noi tutte le persone che ci seguivano ogni giorno per mostrare veramente la fase che stavamo vivendo.

Nel videoclip ironizzate anche sul sistema discografico. Ci sono compromessi che non accettereste mai?
Noi siamo prontissimi al compromesso! Il punto è che sappiamo farci voler bene alla fine. Anche a X Factor, alla fine, è sempre stato un compromesso tra le parti, un venirsi incontro. Ma la cosa importante è che siamo sempre stati con l’idea chiara in testa, fin da quando ci siamo messi insieme. Poi chiaramente, col tempo, si cambia sempre però la stella polare che seguiamo è sempre lì.

Quindi non è che non siamo pronti al compromesso, il compromesso è giusto nel momento in cui lo senti tuo e ti senti comunque rappresentato da esso. È come se avessimo sviluppato un filtro Stunt dal quale facciamo passare tutte le proposte, anche le più assurde. Così riusciamo a capire se una cosa può funzionare col nostro ambiente Stunt e con quello che siamo.

Questo EP di inizio estate è il primo assaggio di un progetto più ampio a cui state già pensando?
Più che un apripista, l’EP è un chiudipista. Dopo Imma Stunt e l’EP ‘Dirty Laundry’, volevamo impacchettare tutto in ‘THE TAKEOFF’ per poter dare ancora quel sapore aggressivo. Però stiamo pianificando anche di scoprire nuovi Stunt, e sarà un viaggio completamente nuovo.

Accennavate alla geografia dell’album, ma quanta Italia c’è dentro?
Di Italia sicuramente ce n’è tanta Italia perché ce la siamo portata dietro ovunque siamo andati fisicamente, da Berlino alla Thailandia, che fossimo a scrivere il cose nelle nostre camerette o nella giungla. Poi abbiamo anche pescato tante cose dall’America. Quindi la traiettoria è Milano-Berlino, Berlino-Milano, Milano-Thailandia, Thailandia-Milano e poi Nocera Inferiore.

Per l’estate che impegni avete?
Al momento siamo in tour per portare live i brani dell’EP e siamo super gasati, gireremo praticamente tutta Italia. E poi abbiamo la fortuna di aprire il concerto al Magnolia (Milano) di Teezo Touchdown, un artista che ci piace tanto. Lo amiamo proprio: per esserci abbiamo cambiato un volo per la Cina perché siamo sicuri ne valga pena. È la scena in cui vogliamo inserirci.

C’è un palco su cui sognate di esibirvi?
Il Primavera Sound di Barcellona. Sarebbe fantastico! Da due anni ci andiamo come spettatori e l’obiettivo da qui al prossimo annetto è quello di esserci.

Se aveste un biglietto open per decollare verso una qualunque destinazione dove volereste?
Los Angeles, non perché ci piaccia particolarmente come città ma ci sono stimoli maggiori a livello di musica. È un mix di culture diverse e ci piace il fatto che tu possa conoscere gente di tutte le nazionalità, qualcosa che in Italia succede molto meno. Quindi, se avessimo un ticket probabilmente ci piacerebbe andare tutti lì per lavorare insieme. In fondo, una giungla in Thailandia ci è bastata! Magari lo rifaremo, ma di posti tropicali, montagne, insetti e animali esotici per ora ci bastano quelli che abbiamo visitato.

Immagini da Ufficio Stampa