Piazza Pulita monologo di Massini colpisce il mondo dello spettacolo a partire da Laura Pausini che su twitter reagisce così
Il coronavirus, l’emergenza e la chiusura totale imposta – giustamente – da medici e scienziati sta mettendo in ginocchio molti settori dell’economia italiana e mondiale. Se si stima un crollo di oltre il 50% delle attività, ci sono fasce di professionisti che più di altre hanno subito le conseguenze del lockdown totale: per esempio l’intero settore dello spettacolo dal vivo, concerti e teatro, ma anche il cinema.
Piazza Pulita monologo Massini: le reazioni dei vip
Ne ha parlato ieri in un intenso monologo su La7 a Piazza Pulita Stefano Massini, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano.
Un monologo che ha toccato e coinvolto emotivamente molti voti noti dello spettacolo, insieme alle decine di centinaia di migliaia di professionisti coinvolti, i famosi “lavoratori dello spettacolo” che operano dietro le quinte: dagli uffici stampa, ai fonici, tecnici luci, sicurezza, booking e molti altri.
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Se nel giro di poche ore all’appello di Massini hanno aderito Jovanotti, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Carlo Verdone, Emma, Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Tommaso Paradiso, Pierfrancesco Favino, Fiorella Mannoia, Gianna Nannini, Silvio Orlando, Tosca, Paola Turci, Luca Barbarossa, Sabrina Ferilli, Anna Foglietta, Giorgio Panariello, Marco D’Amore, Ambra Angiolini, una delle prime voci che dal coro si è alzata a sostegno dello scrittore è stata quella di Laura Pausini, che subito ha postato il monologo sul suo twitter ufficiale
Il monologo di Massini a #PiazzaPulita 🇮🇹❤️ pic.twitter.com/uyQ5YEVYC0
— Laura Pausini (@LauraPausini) April 9, 2020
Ripartire dalla bellezza: è questo l’invito che lancia Massini, attaccando l’opposizione che sta passando attraverso i media tra ciò che è utile e ciò che è inutile.
Piazza Pulita monologo Massini: integrale
Vorrei parlarvi stasera dell’inutilità.
Quando ero un ragazzo, avrò avuto 25 anni, facevo l’assistente in un teatro lirico. Un giorno un violinista si sentì male e davanti gli occhi di tutti lo rianimarono. Lo spettacolo fu molto toccante e forte e dietro le mie spalle qualcuno disse ‘certo che questo medici che lavoro che fanno, ridanno la vita’. Il medico si girò gli sorride e dice ‘noi e voi noi e voi non siamo così diversi. Il punto è che ogni fase storica comporta una contrapposizione, che ci portiamo dietro: proletario-capitalista, normale-diverso, occidentale-orientale.
Ma oggi, il virus sta probabilmente cambiando anche questo e noi abbiamo un’altra contrapposizione: utili e inutili, gli esseri umani necessari e quelli superflui. Abbiamo tantissimi dati sui morti ma vediamo rassicurati sui morti vecchi, come se questo dovesse consolarci, come se i vecchi non fossero utili e quindi sacrificabili. In Francia oggi hanno proposto di testare il vaccino in Africa, perché tanto quelle popolazioni sono inutili.La mia presenza qui è totalmente inutile, perché basta aprire il giornale per rendersi conto che bisogna parlare di ripartenza delle industrie. Solo dopo molto tempo potranno ricominciare le attività di cultura. È normale che mettere 500 persone insieme che cantano è compatibile solo con un alto livello di sicurezza, ma il punto non è che io chieda che vengano riaperti, ma è irritante che l’arte sia considerata una cavolata marginale che anche se non ricomincia chissenefrega perché l’importante è che ricomincino le cose utili.
Dietro ogni cantante, attore, artista, scrittore, ci sono centinaia di migliaia di persone che per rendere possibile il nostro lavoro fanno tanto. Anche loro sono inutili?
Si dà il caso che il paese sia chiuso in casa: gli inutili cantanti, inutili scrittori e inutili film hanno fatto sì che questa carcerazione fosse più sostenibile, quindi evidente non siamo così inutili. Non siamo un paese comune, siamo l’Italia, un paese che ha nel suo dna la funzione di faro di bellezza. Sarebbe bello sentire qualcuno che dicesse che è fondamentale riaprire i teatri, i cinema, perché senza siamo orfani.
Huxley diceva: “ogni essere umano ha una sua letteratura e sono i suoi ricordi”. I capitoli più importanti delle vite di molti di noi coincidono con quel film, quel concerto, quello spettacolo. L’arte non è una scemenza, è parte radicale della nostra sete di bellezza: se dobbiamo ripartire, ripartiamo con un occhio alla bellezza.
Le reazioni social non sono state solo dei vip, bensì di tutta la schiera di lavoratori dello spettacolo coinvolti.
È bellissimo quando invita a «ripartire con un occhio alla bellezza». E sono anche d’accordissimo sul ricordarci che dietro a un artista (di qualunque tipo) c’è spesso una macchina enorme, che ora è in difficoltà, così come accade in tanti altri settori.
e ancora
#Piazzapulita @stefanomassini #La7 gentile Stefano, non ho potuto trattenere le lacrime nell’ascoltare il suo monologo, mio figlio è un batterista professionista, suona, insegna e lavora come autista per i concerti. Ora è disoccupato, come tutti i suoi amici musicisti.
Non tutti però son d’accordo. Qualcuno dice
Stimo #massini, ma nel monologo di stasera confonde il binomio (scorretto) “utile/inutile” con il binomio, corretto, “essenziale/non essenziale”. Mi spiace. #Piazzapulita #coronavirus