Avete mai sentito parlare del Ponte Palatino anche conosciuto come il ponte inglese di Roma? Costruito nella seconda metà dell’Ottocento, esso serviva da collegamento tra una zona e l’altra dopo che il ponte precedente, Ponte Emilio o Rotto, era stato distrutto. La sua peculiarità è che qui il senso di marcia è invertito. Scopriamo tutti i dettagli.
Ponte inglese a Roma: la storia del Ponte Palatino
Era il 1886 quando l’ingegnere Angelo Vescovali, in collaborazione con una ditta belga specializzata in ponti di ferro, costruì il ponte Palatino conosciuto come ponte inglese per il suo senso di marcia invertito. Lungo poco più di 155 metri e largo 19, unisce il lungotevere dei Pierleoni a quello degli Alberteschi.
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Quando si parla del ponte Palatino si fa riferimento anche ad una vecchia consuetudine che oggi non viene più messa in atto: la “partita a rocci” o “sassaiola”. Esse consistevano in piccole guerre tra rioni opposti e ponte Palatino venne scelto proprio come luogo per gli scontri tra gli abitanti di Trastevere e quelli di Testaccio.
Perché il Ponte Palatino viene chiamato ponte inglese?
Il ponte Palatino è più comunemente chiamato Ponte inglese per il suo senso di marcia invertito. Qui, infatti, le auto circolano in modo inverso proprio come avviene in Inghilterra.
I ponti a Roma
Roma è caratterizzata dall’attraversamento di ponti che collegano una parte all’altra della città. Essi sono:
- Ponte Milvio
- Ponte Sisto
- Ponte Fabricio
- Ponte Sant’Angelo
- Ponte Cestio
- Ponte della Musica – Armando Trovajoli
- Ponte Sublicio
- Ponte Palatino
- Ponte Vittorio Emanuele II
Ognuno ha una propria storia ed è stato costruito per una ragione ben precisa e in un’epoca storica specifica. E’ per tale motivo che se vi capita di passeggiare lungo uno di questi ponti, non solo godrete di una vista mozzafiato ma potrete fare un tuffo nel passato e scoprire particolari storici e culturali fino a quel momento sconosciuti.
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