Salvator Mundi, il quadro attribuito a Leonardo Da Vinci che fu un ‘bidone’ per il principe saudita

È risaputo oramai che la realtà supera di gran lunga la fantasia, e la storia del Salvator Mundi (quadro attribuito a Leonardo Da Vinci) potrebbe essere l’oggetto del miglior romanzo giallo. Si tratta di un quadro che nel 2017 è stato venduto ad una delle famose aste di Christie’s a New York per 450 milioni di dollari. Ad acquistarlo il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman (MBS).

L’opera doveva essere tra le principali attrazioni della mostra del celebre museo Parigino dedicata al genio di Leonardo in occasione dei 500 anni dalla sua morte. La mostra “Léonard Di Vinci” si è tenuta con grande successo dall’ottobre 2019 al febbraio 2020, ma il Salvator Mundi non è stato esposto ed è sparito.

Il motivo è ‘semplice’ quanto sconvolgente: non è un quadro attribuibile a Da Vinci. Leonardo vi ha contribuito solo in parte. La storia di questa vicenda verrà raccontata nel documentario di Antoine Vitkine dal titolo “The Savior for Sale” in uscita il 13 aprile. Nella pellicola un alto funzionario del governo francese nome in codice Jacques, racconta che l’esame condotto dagli esperti del Louvre ha concluso che l’autenticità non poteva esser confermata.

L’iniziale decisione di includere il quadro nella mostra, era avvenuta durante il vertice franco-saudita del 2018 dove pesavano importanti interessi di ordine economico politico. La decisione di non esporlo nella mostra, vicino alla Monnalisa come richiesto dai funzionari arabi, è stata presa alla fine dal presidente Macron. Nonostante le forti pressioni, il Salvator Mundi non poteva essere esposto come da programma perché ne andava della credibilità del Louvre e della Francia.

Tuttavia rimase la disponibilità di ricollocarlo all’interno della mostra ma nella targhetta non sarebbe stato inserito il nome di Leonardo Da Vinci.


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