Beccato con figlio per vie di Roma, Alberto Angela litiga con un paparazzo che gli ha scattato qualche foto e interviene la Polizia.

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Alberto Angela discute con un paparazzo e interviene la Polizia. È accaduto per le vie di Roma dove il noto divulgatore scientifico stava passeggiando con il figlio. Li ha incrociati un fotografo professionista, Mattia Brandi, che armato degli strumenti del mestiere ha deciso di scattare qualche foto. Angela non ha gradito e ne è nata una discussione che ha richiesto l’intervento della Polizia.

Alberto Angela discute con un paparazzo

A riportare lo spiacevole episodio è il settimanale Oggi che ha anche pubblicato le foto della discussione tra Alberto Angela e il paparazzo. 

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Quando il conduttore si è accorto di essere stato fotografato, si sarebbe avvicinato al professionista per chiedere di cancellare le foto, ma lui si è rifiutato. “Gli ho spiegato che non avevo fatto nulla di male, che lui è un personaggio pubblico, ci trovavamo in un luogo pubblico e la legge consente di scattare” ha raccontato Brandi al settimanale.

Angela non si è arreso e ha continuato con la sua richiesta, in modo deciso: “Continuava a chiedermi di cancellare, dicendo che il figlio è minorenne. Gli ho assicurato che sono un professionista da vent’anni, so bene che non si può pubblicare il volto di un minore e infatti l’avrei “pixelato”. Ma lui insisteva: “Che ne so io se poi queste foto finiscono sui social o nel deep web?”. Ero stupefatto, non mi è mai successo che un vip reagisse così…” ha proseguito il fotografo.

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La versione di Alberto Angela

Nel frattempo è arrivata anche la Polizia che, appurato che non era stato consumato alcun reato, si è limitata a identificare i soggetti in questione.

Interpellato da Oggi, sulla lite con il paparazzo, Alberto Angela ha dichiarato: “Non mi nego mai ai fotografi, sono disponibilissimo anche per i selfie col pubblico, ma da padre di famiglia mi sentivo in dovere di tutelare i diritti di mio figlio minore. E comunque, il dialogo tra me e il fotografo si è svolto in un clima di assoluta cordialità”.

Da bravo papà, il divulgatore scientifico ha voluto dunque proteggere il figlio, alla luce di quanto successo anche qualche anno fa quando le foto del ragazzo vennero divulgate sul web e utilizzate per creare profili fake sui social.