Appuntamento a Roma, dall’11 al 13 aprile, presso il Teatro Hamlet di via Alberto da Giussano, 13 (zona Pigneto) per scoprire un progetto artistico sorprendente di LettereCaffè e TeatroAtelier

Si chiama ‘Soap Operetta’: una commedia che non lascia indifferenti, poiché coniuga con ironia i generi del musical e del thriller per raccontare – senza veli – alcune delle problematiche delle periferie italiane che, dal secondo dopoguerra a oggi, sono ancora di attualità. Si tratta di un musithriller, scritto da Enza Li Gioi e la regia di un figlio d’arte come Fabio Luigi Lionello: un lavoro che vuole intrattenere il pubblico con brio e dinamismo, per riscoprire il teatro come luogo aperto a tutti, di rappresentanza artistica e di sensibilizzazione della società. Dalle storie di nobili decaduti, alle vicende scabrose di omicidio e prostituzione, il musithriller (volutamente senza ‘c’ per volontà della drammaturga, ndr) è la rappresentazione viva e dinamica delle periferie che trae ispirazione, alla lontana, da un fattaccio di cronaca nera realmente accaduto nell’Italia della seconda guerra mondiale.Anche se la commedia, per scelta di Enza Li Gioi, si svolge ai tempi nostri.

Enza Li Gioi, partiamo dalle origini: come e quando è nato l’amore per il teatro e la scelta di scrivere pièce?

“Sono sempre stata un’amante e frequentatrice del teatro, anche se mi piacciono di più le atmosfere dei teatri off’, che hanno sempre offerto sperimentazioni e nuove visioni teatrali. La passione è nata da un’esperienza come direttore marketing e addetta agli eventi di una bellissima rivista teatrale che usciva negli anni ‘90 e che si chiamava Primafila. Scrissi proprio allora, sebbene tenendola un un cassetto per anni, la mia prima commedia noir ambientata in una casa di tolleranza, proprio nell’anno in cui la legge Merlin chiudeva per sempre quelle case”.

Ma non è un po’ una scommessa, tentare di avvincere il pubblico con un genere nuovo come il music-thriller?

“È certamente una scommessa, ma si tratta di un musical e di un thriller molto particolari, fortemente intrisi di ironia e comicità. L’accostamento dei due generi è offerto al pubblico senza la pretesa della perfezione canora, pur avvalendosi dell’ottimo pianista, Francesco Paniccia. Il canto, infatti, è affidato ai protagonisti e si attesta su una vecchia canzoncina tradizionale inglese che sarà il vero tormentone dell’opera, accompagnando in diversi modi i momenti più esilaranti e quelli più efferati. Altri brani storici, anche eroici, verranno usati in modo inaspettato e saranno la colonna sonora dello spettacolo”.

Andiamo nei particolari: come è nata l’ispirazione per Soap Operetta?

“L’ispirazione viene da una nota vicenda criminale risalente agli anni ‘40 del secolo scorso: quella della saponificatrice di Correggio, Leonarda Cianciulli. Ma il nostro racconto  se ne discosta subito, svolgendosi ai nostri tempi e raccontando la vita nelle periferie, il disagio economico di chi viene da ben altre origini sociali e le problematiche della transizione sessuale e della prostituzione”.

In una società dove si tende a edulcorare’, come si colloca la sua opera e qual è il suo fine sociale?

“Diciamo che la nostra commedia, pur trattando questi temi, li edulcora parecchio, attraverso una presentazione nuova e decisamente comica, nonostante l’efferatezza e un certo cinismo dei protagonisti”.

Come sono stati dosati gli equilibri tra il plot della commedia e la musica, che ne è un elemento dominante?

“Come già accennato, la musica si insinua nel plot in modo non ufficiale, senza enfasi e quasi casualmente, creando un effetto sorprendente e assai divertente”.

Ci racconta del suo fortunato match artistico-creativo con Lionello? Come vi siete incontrati e come descriverebbe l’espereinza del lavoro portato avanti insieme?

“Incontrai Lionello un un teatro dove si rappresentava un mio rifacimento, in chiave moderna e decisamente comica, del romanzo di Flaubert Madame Bovary (Emma B). Lui era tra il pubblico e, pur trovando la regia una vera schifezza, si complimentò con me per il resto che, in seguito, diresse lui stesso, in diverse rappresentazioni. Successivamente, facemmo assieme diverse altre cose, tra cui alcuni cortometraggi presenti on line: Wurstel, Rinchiusa’ e Underground’, fino alla realizzazione del documentario sulla storia del Lettere Caffè, che ha vinto, nel 2023, alla Casa del Cinema, il premio come miglior documentario del cinema indipendente. Poi, nell’anno appena passato, abbiamo portato in scena la mia commedia: Sangue di strega”.

Sappiamo che, oltre a essere una drammaturga, lei è fondatrice, insieme a sua figlia, del celebre Caffè letterario di Roma: cosa comporta questo impegno in termini di soddisfazione artistica, ma anche di sfide imprenditoriali tutte al femminile?

“Lettere Caffé è giunto al suo ventiseiesimo anno, il che è un bel record, per un locale culturale a Roma. Sì è caratterizzato subito, per mia scelta, sull’interesse per la cultura sommersa più che per quella ufficiale, raccogliendo attorno a sé numerosissimi estimatori, soprattutto giovani, ma anche di varie generazioni. Questa multigenerazionalita è anzi divenuto il suo tratto peculiare, poiché la comunanza si trova nellinteresse per la poesia, per la letteratura, per la musica e le arti. Sono di lunga vita anche le nostre specifiche iniziative, come l ormai ultraventennale Poetry Slam’, condotto dalla poetessa, Claudia DAngelo; oppure, la ‘Serata del disegno dal vivo, con modelle e modelli anche di nudo. E la nostra ormai famosa Jam Session jazz del sabato sera’, organizzata dal contrabbassista Dario Piccioni. A tutto ciò si aggiungono anche pièce teatrali e letture varie, oltre a presentazioni di libri in un Salotto Letterario del giovedì, condotto dalla scrittrice Olivia Balzar”.

Come seguire gli appuntamenti artistici di LettereCaffè, il cantiere aperto di arte e cultura dal cuore di Trastevere?

“Sulle pagine social di Lettere Caffè”.

Torniamo a ‘Soap Operetta’: quali sono i suoi temi salienti?

L’opera si muove su temi come la vita nelle periferie, la transessualità, la decadenza socioeconomica di alcune elites e la prostituzione, trovando il modo di parlarne con leggerezza e ironia in una trama thriller del tutto fuori dai canoni”.

E perchè soap?

“Perché Soap Opera è un termine che nacque attorno agli anni ‘30 del secolo scorso e corrisponde a quella che, oggi, potrebbe essere una telenovela. Ossia, un racconto a puntate trasmesso, all’epoca, per radio e rivolto a un pubblico principalmente femminile, sponsorizzato da prodotti della saponificazione: saponette, detersivi e via dicendo. Il resto lo scoprirà solo chi verrà a vedere lo spettacolo

 Intervista di Vittorio Lussana