Paolo Villaggio è da sempre conosciuto come una delle maschere comiche più famose d’Italia. Suoi sono, infatti, i personaggi ormai leggendari di Fracchia e Fantozzi, due figure entrate a buon diritto non solo nella cinematografia del nostro paese, ma anche nel lessico comune con le loro battute surreali. E ‘fantozziano’ è divenuto un termine che non ha certo bisogno di spiegazioni.
INASPETTATE LE SUE PAROLE: QUANDO MORIRO' MI CORICHERO' VICINO A…
In una lunga intervista pubblicata dal sito del quotidiano Libero, Paolo Villaggio, a quasi 83 anni, fa il punto della situazione e, senza rinunciare all’ironia un po’ amara che l’ha reso famoso, racconta come vorrebbe che fosse il suo funerale cosa che racconterà in uno spettacolo teatrale ancora in preparazione :
“Si tratta di una mia reale curiosità. Quando morirò, vorrei davvero partecipare alle mie esequie. Ormai la vita mondana è tutta lì, durante il funerale di uno importante. Ci si vede, si fa salotto, si spendono pettegolezzi. Del morto non frega niente a nessuno, l'importante è farsi vedere e gossippare”.
Dichiara l’attore ed aggiunge:
“In prima fila vorrei Bernardo Bertolucci, Adriano Panatta e poi tanti comici: Renato Pozzetto, Banfi, Berlusconi, Benigni, Renzi. E anche Grillo che, da comico, ha fatto carriera diventando un predicatore sudato, di amici veri non ne ho più, tutti morti. Tognazzi e Gassman, Fellini e Monicelli, Marco Ferreri e Faber, Tognazzi era il più intelligente di tutti, Fabrizio De Andrè il fratello”.
Dice di non aver rimpianti nella sua vita, ma solo uno in campo professionale: quando rifiutò un ruolo in un film di Nanni Moretti ed aggiunge che il comico che lo fa ridere tutt’ora è Renato Pozzetto, mentre l’eredità della comicità italiana, secondo la sua opinione, è tutta nelle mani di Checco Zalone.