Sembra aver lasciato da parte per un po’ i lustrini e le parrucche. Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha parlato a lungo di sé e della sua vita passata. Appena dopo aver compiuto i 60 anni, Coruzzi ha sentito il bisogno di aprirsi e lo ha fatto in un’intervista riportata da Vanity Fair:
SOLO ORA LO CONFESSA. A CAUSA DELLA MIA CONDIZIONE HO TENTATO IL SUICIDIO MA…
“Non voglio diventare magro, voglio poter respirare” Ha detto commentando la sua recente operazione di inserimento di palloncino intragastrico. Ed ha poi aggiunto:
“Ho sempre cercato di fare la dieta sul serio, ma per un compulsivo-bulimico come sono io la percentuale di successo è molto relativa. Chi non soffre di questa malattia non può capire. Per me il cibo rappresenta il modo più semplice per trovare pace. È come essere tossicodipendente”.
Anche la sua partecipazione allo scorso Sanremo non sembra averlo aiutato:
“Quattro mesi prima della partecipazione al Festival di Sanremo, mi sono detto: ‘Se ci prendono non posso rischiare di arrivare in fondo alla scala senza fiato’, e sono dimagrito quel tanto che bastava. Peccato che dopo la serata finale io mi sia messo a tavola alle due di mattina ed abbia smesso di mangiare alle sei. Da quel momento ho ricominciato a fare tutto quello che facevo prima, ma peggio”.
UN POST SU FACEBOOK METTE IN ALLARME I FANS, MA L'OPERAZIONE E' ANDATA BENE PERCHE'…
Mauro Coruzzi confessa anche tanti particolari sulla sua infanzia:
“Ho sempre avuto paura di fare la vita dei miei genitori. Operai, ex contadini, a casa praticamente non si scambiavano una parola e, quando accadeva, era una lite. E poi, ne sono quasi certo, lui non era neppure il mio vero padre. Non ho mai voluto fare la prova del Dna, ma di certo mia madre aveva un amante. Telefonava a casa e se rispondevo io faceva finta di aver sbagliato numero. Dopo un po’ ho capito che voleva solo sentire la mia voce”.
Infine svela un particolare fino ad ora tenuto segreto ma che, a quanto pare, ancora pesa sulla sua coscienza:
“A 18 anni ho avuto una ragazza che mi tradiva con un nostro compagno di scuola, con il quale, nel frattempo, anch’io avevo avuto una storia all’insaputa di lei che, intanto, era rimasta incinta di me. Siccome l’aborto era ancora illegale, chiedemmo aiuto ai radicali. In tutti questi anni ci ho pensato molto, Mi sarebbe piaciuto avere qualcuno di cui prendermi cura. Ma non si può vivere di rimpianti”.