Gli anni d’oro della risata e un grande omaggio al duo comico per eccellenza, Stan Laurel e Oliver Hardy, rappresentano l’anima di una nuova produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con la Uao Spettacoli, dal titolo ‘Stanlio e Ollio, amici fino all’ultima risata’. La regia reca la firma di Claudio Insegno, che in scena fa coppia con Federico Perrotta, nell’interpretazione del duo. Ma sul palco sono numerosi i protagonisti: da Thelma Todd, famoso ‘cold case’ hollywoodiano, poiché scomparsa in circostanze misteriose e mai del tutto chiarite, a Mae Bush, frequente protagonista dei film di Stanlio e Ollio insieme a Jim Finlayson, storico e dispotico produttore, ad Al Roach e a tutte le mogli che hanno animato la loro vita o sono state il presupposto artistico dei due protagonisti. Lo spettacolo ha già debuttato nel corso del prestigioso Festival teatrale di Borgio Verezzi (Savona) l’11 e il 12 luglio scorsi ed è poi proseguito con gli appuntamenti di Roma del 18 e 19 luglio presso il Teatro Tor Bella Monaca: un palcoscenico che si sta facendo notare, nella capitale, per le scelte artistiche originali e coraggiose. Lo spettacolo è caratterizzato da una comicità semplice e leggera, incentrata sulla mimica. Esso viaggia a ritmo di ‘slapstick’, celebre genere comico che deve il suo nome all’effetto sonoro del bastone usato dagli attori per colpirsi a vicenda senza nessuna conseguenza fisica, ma con assicurato effetto comico. Ed ecco che basta un piccolo incidente drammaturgico perché tutti entrino in una battaglia infinitamente esilarante. Quest’operazione teatrale è un atto d’amore da condividere con il pubblico, che è cresciuto con il mito di Stan Laurel e Oliver Hardy. Ma è stata anche un’occasione per le nuovissime generazioni di conoscere un tipo di comicità universale: quella loro goffa ingenuità, che li ha resi popolarissimi sullo schermo come due adulti mai davvero cresciuti, che non perdevano mai occasione per farsi i dispetti. Il loro stile e le loro invenzioni comiche non erano mai prevedibili, mai volgari, né mai deludenti. Nel tempo, hanno insegnato a far sorridere la gente, a ridere e a ‘sbellicarsi’ dalle risate. In questa commedia musicale, gli autori del testo sono gli attori e produttori Sabrina Pellegrino, Claudio Insegno, Federico Perrotta e Valentina Olla, che si sono ritrovati in scena con Fabrizio Angelini, il quale ha curato anche le coreografie. Inoltre, nel cast ci sono anche Franco Mannella, attore, regista e doppiatore, insieme a due giovani talenti come Giacomo Rasetti e Federica De Riggi. “Scrivere una commedia sulla loro vita artistica”, spiegano Claudio Insegno e Sabrina Pellegrino, “è un’impresa impossibile, visti la quantità di film girati e il materiale archiviato su di loro, eppure della loro vita privata sappiamo poco. Quanti sanno che Oliver Hardy aveva avviato un allevamento di polli, che poi regalava agli amici perché gli dispiaceva mandarli al macello? Quanti sanno che Stan Laurel fu arrestato perché percorse 50 miglia contromano in autostrada completamente ubriaco? E cosa dire poi della loro vita sentimentale? Eppure”, aggiungono, “abbiamo voluto portare in scena una commedia che mescola fatti reali di vita vissuta dai due attori con eventi di pura fantasia, per raccontare la storia di un’amicizia vera durata più di trent’anni. Sì, è vero”, specifica Insegno, “potrebbe essere molto difficile portare sulle tavole di un palcoscenico le gesta dei nostri beniamini della risata. Ma l’amore e il profondo rispetto che proviamo per loro ci hanno convinto a rappresentarli come non li abbiamo mai visti”. Una commedia musicale in cui si rimane travolti dalla loro rocambolesca vita privata, soprattutto nell’articolato rapporto con le loro numerose mogli. Sin dal 1921, il duo Laurel-Hardy ha abituato il pubblico a ridere con le loro facce, le loro cadute e le loro ‘torte in faccia’, quasi come fosse un invito a continuare a farlo anche nella contemporaneità. Le scene sono di Alessandro Chiti e i costumi di Graziella Pera. Le musiche originali sono del Maestro Claudio Junior Bielli e il disegno luci di Marco Laudando. Infine, il progetto-audio è di Marco De Angelis, con aiuto regia di Step Minotti. Per ulteriori informazioni è possibile seguire le pagine social alla voce @uaospettacoli. A margine dello spettacolo abbiamo rivolto alcune domande all’attrice Valentina Olla, per approfondire l’importanza di questi due comici, Stan Laurel e Oliver Hardy, che hanno saputo creare due personaggi praticamente eterni, nella loro semplicità.
Valentina Olla, innanzitutto perché uno spettacolo su Stanlio e Ollio?
“L’idea mi è venuta mentre io e mio marito, Federico Perrotta, avevamo il Covid, Costretti all’ignavia in casa, abbiamo visto un film del 2018 sul loro percorso artistico, che a dire il vero non è stato di mio gradimento. Tuttavia, ho pensato potesse essere un titolo grandioso e, soprattutto, la somiglianza di mio marito con Ollio, in quei giorni, ci ha fornito l’input decisivo”.
Questa vostra commedia non è solo un tentativo di recuperare una comicità più diretta, quella delle ‘torte in faccia’, bensì di far emergere anche il lato privato di questi due giganti della comicità: è così?
“Dopo l’intuizione del titolo, abbiamo voluto coinvolgere un team creativo con il quale collaboriamo molto spesso. Sai bene cosa si dice in questi casi: “Squadra vincente non si cambia”. Perciò, abbiamo condiviso l’idea con Sabrina Pellegrino e Claudio Insegno, che hanno subito sposato la sfida intendendola come un necessario tributo e un grande atto di amore a due giganti della comicità diretta e immortale, che fa ridere tutti. Ma anche la rocambolesca vita di questi due attori ci ha profondamente intrigato e abbiamo voluto parlare della vita di scena, che si mescola con la vita vera. C’è un grande spazio, inoltre, dedicato alle donne che sono state protagoniste nella vita di entrambi: hanno entrambi creduto fortemente nel matrimonio, perché si sono sposati varie volte. Pertanto, abbiamo voluto dar voce anche a questo lato femminile: si trattava di donne moderne e forti, anche dal punto di vista fisico”.
Tu quale ruolo ricopri in questa commedia? Ti sei trovata bene? Ti sei divertita?
“Io interpreto tanti ruoli, a partire da quello Thelma Todd, il famoso ‘cold case’ hollywoodiano, spesso protagonista dei film di Stanlio e Ollio: lei era la ‘bionda classica’ del cinema anni ’20 del secolo scorso. E io sento di aver incontrato un personaggio meraviglioso, al quale spero di aver reso il giusto omaggio. Oltre a lei, interpreto anche tre delle sette mogli di Stan Laurel: ognuna diversa dall’altra, a cominciare da Lois Nelson, molto nervosa, passando per Routh, molto più ingegnosa e ingenua, per poi affrontare anche la figura di Ida Kitaeva: la cantante russa che lo ha affiancato per tutta la vita. Un personaggio al quale ho dato dei colori molto divertenti. Infine, tutta un’altra serie di personaggi che entrano ed escono di scena. E’ stata una grande sfida artistica, che ha viaggiato di pari passo con quella produttiva, perchè ovviamente con la mia società e con mio marito, Federico Perrotta, nei panni di Ollio, abbiamo intrapreso quest’impresa alquanto impegnativa. Fortunatamente, non siamo soli: anche il Teatro Stabile d’Abruzzo ha creduto in questo spettacolo e lo ha sostenuto in maniera concreta per tutta l’operazione. Mi sono trovata estremamente bene, perché alla base di ogni progetto che funziona, io credp debba esserci una squadra con cui andare d’accordo. Ogni spettacolo nuovo è una nave che salpa, che potrebbe andare alla deriva e affrontare un mare in tempesta. Dunque, è fondamentale avere intorno persone sulle quali puoi contare in ogni momento. E così è stato, durante le peripezie di vario genere che hanno accompagnato l’allestimento di questo spettacolo”.
Molti critici hanno spesso esaltato Buster Keaton e, successivamente, Charlie Chaplin, come vere e proprie icone della comicità bizzarra, acrobatica, irregolare, mentre hanno trattato Stan Laurel e Oliver Hardy come due figure minori, più popolari, per divertire soprattutto i bambini: perché?
“Sinceramente, non so perchè la critica abbia spesso sminuito Stanlio e Ollio: rivedendoli oggi, a distanza di tantissimi anni, io li trovo geniali. Condividendone la visione con mia figlia di 9 anni e mezzo, ho notato che la loro comicità è immediata e fa ridere a tutti i livelli. E credo anche che saper far ridere i bambini sia una qualità immensa. Ritrovo in molti cartoni animati attuali un tipo di comicità molto simile a quella di Stanlio e Ollio. Pertanto, tutto si può dire ai nostri cartoni moderni, tranne che siano semplici. Al contrario, hanno una comicità su più livelli. Insomma, io non sono mai stata d’accordo con chi li ha sminuiti”.
In Italia, Stanlio e Ollio sono stati doppiati da grandissimi attori come Fiorenzo Fiorentini e Alberto Sordi: la scuola italiana di doppiaggio è sempre, storicamente, di altissimo livello?
“Inevitabilmente, nell’immaginario di tutti c’è la voce di Ollio doppiata da Alberto Sordi, che è meravigliosa. Un omaggio che abbiamo potuto fare attraverso il nostro lavoro è avere all’interno della squadra un grande doppiatore come Franco Mannella, che interpreta Jim Finlayson, storico attore sempre presente nelle ‘gags’ di Stanlio e Ollio. E anche lo storico produttore con il quale entrambi avevano un rapporto un pò burrascoso: Al Roach, il ‘gotha’ del cinema degli anni d’oro”.
Con il caldo di questi giorni, a noi è tornata alla mente la ‘gag’ di Stanlio e Ollio nella legione straniera, in cui i due protagonisti stendono il bucato del battaglione e, dopo l’ultimo lenzuolo, è tutto già asciutto: quello era un sintomo di modernità oppure un semplice equivoco della vita quotidiana?
“A testimonianza di questo parallelismo con il presente e con l’attuale calda temperatura, trovo che la comicità di Stanlio e Ollio sia classica. E per classico intendo ‘universale’, come i classici della commedia greca, per intenderci, che non passano mai di moda perchè giocano sulle dinamiche antropologiche della vita umana di ogni giorno, che son sempre quelle. Il modo di far ridere da parte di Stanlio e Ollio è proprio universale”.
Il teatro si ritrova in una triste condizione economica: secondo te, come rilanciarlo? Con il ricorso alle nuove tecnologie?
“Per quanto mi riguarda, penso che bisogna formare nuove fasce di pubblico e interessare i giovani: i futuri abbonati. Per troppo tempo, il teatro si è rivolto solo ad alcune generazioni. Invece, deve parlare ai giovani, al fine di far conoscere loro cose che possono essere davvero importanti e interessanti: io spero che con Stanlio e Ollio possiamo riuscirci. Inoltre, il teatro dev’essere coinvolgente. L’impegno della nostra produzione teatrale è quello di andare a intercettare e formare nuove fasce di pubblico. Le nuove tecnologie sono indispensabili, perché il teatro si muove come l’uomo. Certo è, anche se non sono d’accordo con il teatro fatto ‘in streaming’, perchè si tratta di un’esperienza che va vissuta dal vivo, che deve accadere in quel momento: bisogna sentire il respiro dell’artista, partecipare con lui. Quello in streaming ha bisogno di altri mezzi. Non a caso si chiama: cinema”.
Dopo questo lavoro, pensi di impegnarti ancora nel teatro comico-brillante? E con quali progetti?
“L’allestimento di Stanlio e Ollio è stato talmente faticoso che rispondere a questa domanda durante le anteprime è difficile; intanto girerò l’Italia con un altro progetto che ho molto a cuore e che ha visto il suo debutto durante la scorsa primavera. S’intitola: ‘Bastarde senza gloria’ ed è un progetto tutto al femminile, senza veli. Una commedia agrodolce, nella quale ci sono tantissimi argomenti che in questo momento ho bisogno di trattare. Sono due facce della stessa Valentina, che viaggeranno nei teatri italiani. Per il momento, voglio dar voce a questo. Anche perché sono molto curiosa di vedere come il pubblico accoglierà la scommessa su Stanlio e Ollio. E, devo dire, che il risultato ottenuto a Borgio Verezzi, uno dei palcoscenici più importanti per il teatro italiano, ancora ci commuove: continua l’eco delle critiche belle e dei commenti positivi da parte del pubblico: ne sono lusingata”.
Di Vittorio Lussana