La storia dell’orsa Amarena, uccisa perché si era avvicinata troppo ad una casa, ha colpito e commosso l’Italia intera: in molti sono anche scesi in piazza per chiedere giustizia per la sua morte e nuove regole per la convivenza fra esseri umani e orsi. A preoccupare gli animalisti italiani anche la sorte dei due cuccioli di Amarena, rimasti soli quando avevano circa 8 mesi: si temeva infatti che non sarebbero riusciti a sopravvivere in natura senza la mamma.
In questi giorni la buona notizia, che arriva direttamente dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: i giovani orsi di Amarena stanno bene e crescono. Ora però il problema possono diventare i cacciatori: l’Oipa chiede di vietare l’attività venatoria nelle aree frequentate dai due cuccioloni.
Orsa Amarena, proteggiamo i cuccioli dai cacciatori
Gli orfani hanno 10 mesi e hanno bisogno di essere lasciati in pace tanto dai curiosi quanto dai cacciatori. In vista dell’apertura della caccia al cinghiale, la richiesta ufficiale è già arrivata agli organi competenti da parte del Pnalm e l’Oipa la sostiene e la rilancia ricordando che si tratta di esemplari appartenenti a una specie protetta che si trovano in un momento molto delicato. Hanno subito la morte della mamma due mesi fa e, nonostante tutto, rimanendo insieme sono riusciti a sopravvivere. Ora sono in procinto di andare in letargo e le istituzioni e le comunnità devono tutelarli.
L’Oipa chiede che la Regione Abruzzo e l’Ambito territoriale di caccia (Atc) di Avezzano sospendano la caccia nelle zone che vedono la loro presenza, come attestato dal monitoraggio del Parco. Occorre permettere ai due giovani plantigradi di continuare a crescere senza essere disturbati e senza rischiare la vita.
Evidenziamo che lo scorso ottobre sono state introdotte sanzioni penali specifiche per l’uccisione, la cattura o la detenzione dell’orso marsicano e quindi sembra contradittorio che dopo neanche un mese dall’inasprimento delle sanzioni si possa cacciare nelle zone dove vivono anche gli orfani di Amarena.