Olimpico in grandissima forma al concerto dei MUSE il popolo del sorriso che ama il cinema, le serie tv e che vive l’emozione alternativa del rock.
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Serata Muse a Roma, sabato 20 Luglio, 50 anni dallo sbarco sulla luna. Non ci potrebbe essere altra band ad interpretare questo ruolo sul palco di Roma grazie a LiveNation. Lo Stadio Olimpico di Roma è la terza data italiana, l’ultima dopo i successi di San Siro. Il pubblico che si raccoglie nel pomeriggio allo stadio è immenso. Il centro sud del paese si è spostato per l’evento. Tutti sanno che si tratterà di qualcosa di epico e indimenticabile e l’olimpico, non sarà adatto per il calcio ma è sicuramente perfetto per la musica.
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Muse Olimpico: Mini Mansions e Nic Cester gruppi di apertura
Ad anticipare i Muse due artisti si cimentano con il pubblico italiano: Mini Mansions e Nic Cester. I primi sono una band californiana nata nel 2009 dal bassista dei Queens of the Stone Ages, Michael Schuman. Nic Cester è un talentuosissimo cantautore australiano, di origini italiane, i nonni sono emigranti trevigiani. Ancora una volta il nostro sangue nel mondo ci rende orgogliosi. Il suo italiano fa sorridere ma riconosciamo il suo volto come nostro. Lui ha un timbro meraviglioso, ve lo ricordate net Jet, sua ex band. Grandi canzoni e una band, The Milano Elettrica, che suona da panico. Far i vari componenti Adriano Viterbini (Bud Spancer and The Blues Explosions), chitarra (Milano), e Sergio Carnevale (Bluvertigo), batteria.
Concerto Muse Milano, il racconto
Lo spettacolo dei Muse viene poi anticipato da una playlist cinematografica, una proposta di colonne sonore che fanno gongolare il pubblico e che preparano al mood dello show. I più giovani riconoscono Stranger Things, ma nella musica ci sono mille appuntamenti tutto il cinema fantascientico dagli anni 80/90 ad oggi passando per Carpenter (1997 Fuga da New York) fino a Andre Previn (Rollerball).
Alle 9:15 si parte con l’astronave Muse! La scaletta è di due ore e venti e non lascia tregua, non ci pause ed è divisa in tre parti come quella di Milano. Lo spettacolo è ricchissimo ed il megawall convesso che accompagna lo stadio permette una esperienza immersiva senza precedenti, a meno di non aver visto Waters, ci si intende. The Simulation Theory Tour ruota intorno al concetto dell’uomo macchina, l’alieno, l’AI e l’ibrido e lo sviluppa utilizzando tutto quello che la nostra cultura fantascientifica e scientifica mette a disposizione. Matthew Bellamy, ideologo, si potrebbe dire della band, non nasconde il fascino per le domande importanti, da dove veniamo, chi siamo.
Anche sul suo account Instagram traspare l’amore, oltre che per il figlio e la bella musica, per tutti quelli che sono i grandi temi dell’uomo. In un recente post Bellamy si chiede se a mettere il piede su Marte e sul prossimo astro sarà un umano, un androide o una creatura nuova. Da queste domande prende forma lo show per il cui allestimento c’è voluto un aeroporto.
Proprio sull’allunaggio una piccola novità rispetto alle altre date. E’ il 20 Luglio, dopo un breve gioco di Bellamy con chitarra e luci del palco sul motivo di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, le immagini dell’allunaggio diventano protagoniste dello stadio. Il pubblico sospende il fiato applaude e parte SuperMassive Black Hall, che dire? Poghiamo nel pit!
Sorprendente come i più giovani siano così legati al repertorio della band che, ricordiamo, ha quasi trent’anni di carriera ed è fra i pochi a potersi permettere tour da stadi in tutto il mondo.
Quello che di certo si può dire è che sono una delle migliori band del pianeta e a testimoniarlo sono gli innumerevoli riconoscimenti internazionali ricevuti proprio per la performance live. Un una macchina perfetta che quando sbaglia sorride come Bellamy a questo piccola incertezza durante un dei diversi set sul ring dell’olimpico.
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