Catalizzare l’innovazione nella moda incoraggiando l’introduzione di nuove soluzioni avanzate, tecnologie e materiali ecocompatibili per ridurre l’impatto ambientale, ma anche educare e mobilitare tutti i protagonisti della moda, dai grandi marchi ai piccoli artigiani, promuovendo un dialogo aperto e occasioni di confronto con le istituzioni per potenziare l’innovazione responsabile. Sono solo due degli obiettivi che si prefigge il Phygital Sustainability Expo®-Gli Stati Generali Europei sulla Sostenibilità 2024, l’evento pionieristico, ormai giunto alla sua V edizione, che punta a ridefinire il ruolo del settore moda nel percorso della transizione sostenibile.
I dati sull’incidenza del settore moda sull’ambiente*
L’industria della moda si muove su numeri vertiginosi: con un valore di mercato che supera i 1,3 trilioni di euro e una crescita annua del 7,31% fino al 2025, sembra inarrestabile. Tuttavia, dietro questi dati si nasconde un impatto ambientale altrettanto imponente. Ogni anno, questo settore consuma 79 trilioni di litri d’acqua e produce oltre 92 milioni di tonnellate di rifiuti, posizionandosi al secondo posto mondiale per consumo di risorse idriche, e contribuendo per il 20% all’inquinamento delle acque industriali.
L’incidenza della moda sull’ambiente è ulteriormente aggravata dalle emissioni di gas serra, con il settore responsabile del 10% del totale globale, superando i voli internazionali e il trasporto marittimo combinati. Si tratta di dati che verranno illustrati e discussi durante la due giorni e che chiameranno in causa non solo le aziende e i produttori, ma anche i consumatori, spesso inconsapevoli complici di questo ciclo distruttivo.
Il ruolo del ‘Fast fashion’
ll consumo compulsivo e il cosiddetto “fast fashion” hanno esacerbato questi problemi, accelerando la produzione e la distribuzione di prodotti a basso costo e aumentando la frequenza del rinnovo degli assortimenti. Una pratica crescente che sarà al centro della narrazione del Phygital Sustainability Expo® e che ha permesso ad alcune aziende di dominare rapidamente il mercato, ma ha anche portato a un aumento drastico dell’inquinamento, specialmente nei paesi in via di sviluppo dove la produzione è spesso localizzata per minimizzare i costi. Qui, le pratiche di produzione sfruttano spesso lavoratori e risorse, con condizioni di lavoro precarie e pratiche insostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.
Un caso particolare di impatto ambientale è il deserto di Atacama in Cile, che si è trasformato in una discarica di vestiti invenduti, con 59.000 tonnellate di abiti scartati annualmente. Molti di questi tessuti sono sintetici e impiegano fino a 200 anni per decomporre, rilasciando sostanze tossiche nell’ambiente.
L’importanza di un cambiamento organico e condiviso
La situazione richiede un approccio olistico che consideri non solo la produzione ma anche il ciclo di vita completo dei prodotti, dalla coltivazione delle materie prime alla fine della vita del prodotto. Le alternative sostenibili, come il riciclo di materiali e l’uso di fibre naturali e biodegradabili, sono essenziali, così come l’adozione di pratiche di economia circolare che riducano il consumo di risorse e le emissioni di rifiuti. Le scelte dei consumatori possono guidare questa trasformazione, con una crescente domanda di prodotti realizzati eticamente e in modo sostenibile che può incentivare le aziende a rivedere le loro pratiche produttive e commerciali.
“L’Europa ha abbracciato con entusiasmo il progetto del Phygital Sustainability Expo® – spiega Valeria Mangani, presidente di Sustainable Fashion Innovation Society – che riconosce l’importanza di radicare profondamente la sostenibilità nella nostra cultura. La trasformazione verso pratiche sostenibili deve iniziare con una consapevolezza collettiva, e il nostro impegno è promuovere questo cambiamento attraverso l’educazione, la formazione e il confronto, incoraggiando una riflessione critica sulle conseguenze delle nostre scelte quotidiane. Gli spunti che nasceranno dai panel e tavole rotonde serviranno per preparare il terreno a una transizione più fluida verso regolamenti più vincolanti per le economie e per le aziende, ma anche per promuovere un cambiamento organico guidato dalla comunità e dalle nuove generazioni”
Una piattaforma di idee
Il Phygital Sustainability Expo® si propone dunque come un vero e proprio laboratorio di idee e soluzioni sostenibili, dove più di 100 relatori provenienti da 17 diverse nazioni condivideranno le loro visioni su come reinventare il settore della moda in chiave ecologica. Quest’anno, l’evento vedrà una forte presenza di marchi prestigiosi e anche piccoli artigiani, che si confronteranno su come reinventare il settore e la produzione in chiave ecologica.
RadiciGroup, ad esempio, svelerà una jumpsuit innovativa realizzata con il filato Radilon Chillfit, progettato per garantire massima freschezza e comfort termico, rappresentando una soluzione ideale per chi cerca stile senza sacrificare la sostenibilità. Allo stesso modo, UNIC Concerie Italiane e LINEAPELLE presenteranno la collezione “INFINITE CONNECTIONS”, un tributo alla sinergia tra uomo e ambiente, caratterizzata da un nuovo approccio all’uso della pelle animale, trattata secondo tradizioni sciamaniche riconnettendone l’uso a pratiche di rispetto e ringraziamento, tipiche delle culture indigene.
Cambiare la moda per “Vestire il futuro”
In risposta a questa sfida globale, il Phygital Sustainability Expo si pone come faro di speranza e innovazione. Nel quadro dell’impegno globale per il clima, le iniziative dell’UE per una moda più circolare e sostenibile saranno al centro del dibattito.
La discussione si aprirà il primo giorno, il 4 giugno, alle 10.00, con un focus sul Green Deal europeo, mirato a fare dell’UE il primo continente a impatto carbonico zero entro il 2050. La sessione esplorerà le tematiche calde dell’industria alla presenza di illustri membri delle istituzioni europee.
Alle 13:30, verrà presentata la pubblicazione “Vestire il Futuro: le interazioni vitali come fonte d’innovazione. Il caso della Sustainable Fashion Innovation Society”. Alla ricerca scientifica hanno aderito in totale 36 aziende provenienti da 8 nazioni differenti e 10 settori (tra cui moda, lusso, turismo, energia, intrattenimento, food & beverage), di cui 2 istituzioni internazionali, 3 istituzioni nazionali, 1 Ministero italiano, 10 multinazionali e 20 start-up fashion-tech altamente innovative. La monografia verrà utilizzata come libro di testo ufficiale del corso di Fashion Management di Sapienza Università di Roma.
La sfilata narrata®
Sempre il 4 giugno, alle 20.30, il Phygital Sustainability Expo® si animerà con la Sfilata Narrata®, l’iconico momento che vede, all’imbrunire, una musica sublime avvolgere i Mercati Traianei e accompagnare una passerella dove moda e narrativa si fondono. Ogni brand sfilerà con un solo completo, quello più rappresentativo dell’innovazione sostenibile della collezione, possibilmente da sera, per sfatare anche il concetto che la moda sostenibile non sia elegante. Sarà un’esperienza immersiva che permetterà agli spettatori di connettersi emotivamente con l’etica e la visione che guidano il nuovo paradigma della moda sostenibile.
Il documentario Giralamoda realizzato da Report
Il documentario di Report, che andrà in onda il secondo giorno, il 5 giugno, alle 20.30, metterà in luce gli aspetti meno noti del fast fashion, evidenziando le complesse reti di distribuzione e mostrando il viaggio “a lungo raggio” che i capi di abbigliamento resi effettuano. La proiezione sarà un punto di partenza per dibattiti e sessioni interattive con gli autori su come la moda può reinventarsi in termini di pratiche produttive e consumo consapevole.
Il Premio Made in Italy
Cinque eccellenze del Made in Italy sostenibile verranno premiate dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il Sen. Adolfo Urso, al termine del panel dedicato al DDL sul Made in Italy, varato dal Ministro. I premiati sono il Cav. Federico Marchetti, il CEO di Bottega Veneta Bartolomeo Rongone, James Ferragamo, il DG di Dolce & Gabbana e un’imprenditrice (il nome sarà svelato sul palco) per la categoria “Giovane Innovatrice” per il connubio agri-voltaico e moda.