Anche nell’Antica Roma si mangiava il pandoro: ecco i particolari ingredienti

Dicembre è alle porte e, come ogni anno, con l’inizio del mese arriva anche la corsa per comprare o realizzare il proprio pandoro per celebrare il Natale.

Il pandoro, per come lo conosciamo noi da tutta Italia, ha origini veronesi. A realizzarlo per la prima volta fu proprio il pasticcere veronese Domenico Melegatti che prese ispirazione dal levà, un lievitato ricoperto di zucchero, mandorle e uvetta.

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Melegatti voleva realizzare un dolce che potesse però soddisfare tutti i palati e decise perciò di produrre un lievitato più semplice: il pandoro. Nel 1894, Melegatti ottenne, con la sua rivisitazione del levà, dal Ministro di Agricoltura Industria e Commercio del Regno d’Italia, un certificato di privativa sul pandoro, rendendolo un dolce amato da tutti, tanto da essere fin da subito replicato da gli altri pasticcieri durante le festività.

Il pandoro: le verosimiglianze con un dolce proveniente dall’antica Roma

Nonostante la storia di questo dolce risalga al XIX secolo sembra che le sue origini, o meglio, somiglianze, derivino proprio da una ricetta dell’antica Roma rivelata dal grande Plinio il vecchio.

Stiamo parlando del “panis” che, secondo i critici, corrisponde verosimilmente alla ricetta del pandoro, seppur in una versione più povera. Tra i numerosi documenti in cui Plinio il vecchio racconta delle abitudini e delle tradizioni dell’antica Roma, lo storico latino, descrisse questo “panis” , come un dolce dorato realizzato con fior di farina, burro ed olio.

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La curiosità che vi è in questo cosiddetto “pane dorato” risiede proprio nella somiglianza con il pandoro non solo per l’aspetto, ma anche per il suo consumo.

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Tra le stravaganze culinarie di cui parla Plinio, sembrerebbe che questo dolce, venisse nominato dallo storico proprio in quanto estremamente diffuso a Roma come cibo esposto e mangiato sempre da tutti nei grandi banchetti. I cuochi che, in particolare, erano conosciuti per aver cucinato questo dolce furono Virgilius Stephanus Senex e Marco Gavio Apicio, uno dei primissimi chef ricordati dalla storia antica.

Sempre presente sulle nostre tavole, la semplicità che ci regala questo dolce ci ricorderà da oggi come la bellezza risieda anche nella condivisione di piccole cose che, come nel caso del pandoro, si conservano nella storia di Roma da migliaia di anni.