Che cos’era il fulgur conditum nell’Antica Roma? Il rito era legato ai fulmini, infatti, i romani erano soliti seppellirli
Cos’è il Fulgur Conditum e qual è il suo significato? Si tratta di un rito dell’Antica Roma attraverso cui i romani seppellivano i fulmini.
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Tutti sanno che il popolo romano ha sempre mantenuto un primato sulle tradizioni, invenzioni e progetti di grande spessore.
Ecco, dunque, uno dei riti che erano soliti eseguire.
Fulgur Conditum, cos’è e cosa significava nell’Antica Roma?
Il rito del Fulgur conditum veniva chiamato anche Bidental ed era una una pratica soprattutto popolare nell’epoca romana classica. I cittadini attraverso questo rituale segnalavano le zone colpite dai fulmini. Delimitavano attraverso un recinto sacro, lo spazio in cui il fulmine era caduto e veniva scavata una fossa che poi i romani dovevano riempire con tutto ciò che poteva esser stato colpito.
Per ultima cosa, vi inserivano sopra un’epigrafe come se fosse una comune sepoltura, questo punto poi diventava sacro e prendeva il nome di Bidental.
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Tale termine suggeriva due ipotesi: la prima si rifaceva alla forma con cui di solito venivano rappresentati i fulmini, la seconda, invece, faceva riferimento alla vittima, una pecora a due denti, che i cittadini sacrificavano sul posto, dopo aver eretto il sepolcro, per espiare la paura dell’evento, onorare il sacrario e eliminare ogni tipo di eventualità di un’altra sciagura simile.
Cosa simboleggiavano i fulmini?
Quando i fulmini scendeva a terra, voleva dire che gli dei avevano qualcosa da comunicare al popolo. Infatti, attraverso questi, le divinità esprimevano i loro sentimenti negativi nei riguardi dell’uomo, un senso di disappunto legato ad alcune azioni che venivano considerate scorrette, ma anche l’ira, la collera e l’avversità. Fulmini, saette e lampi erano, quindi, segnali da non sottovalutare di qualche evento appena trascorso o di di qualche episodio che di lì a poco sarebbe potuto capitare.
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