Roma non smette mai di stupire ed ogni anno sono sempre di più i visitatori che restano estasiati dalla sua bellezza. Chiunque riesce a percepirne la grandiosità e la maestosità racchiusa in ogni angolo della città. Ogni via o monumento ha una storia da raccontare, per non parlare dei colli che fanno da cornice a così tanta meraviglia.
Roma, la storia dei colli: da 7 a 10, quali sono?
Tutti noi abbiamo sempre saputo che Roma nasce sui colli che fino ad oggi abbiamo pensato fossero 7: Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale e Viminale. Si tratta di sette insediamenti originari, tutti ad est del fiume Tevere, che nel corso dei secoli hanno rappresentato ognuno un ruolo diverso e fondamentale, per gli antichi romani. Non è un caso che molti dei monumenti o luoghi da visitare della Capitale si trovino proprio su di essi.
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Chiunque ne abbia la possibilità farà bene a lasciarsi guidare dalla loro bellezza e maestosità in un percorso unico dove la cultura e la storia faranno da padrone.
Oltre ai 7 colli tradizionali, però, ce ne sono 3 di cui nessuno parla ma che tutti hanno visitato almeno una volta nella vita. Essi sono il Gianicolo, Pincio e il Vaticano. Il primo è stato incluso alla fine del diciassettesimo secolo, quando papa Urbano VIII Barberini fece costruire le mura “Gianicolensi”, da qui si può osservare tutta la città dall’alto.
Il Vaticano fu preso in considerazione dall’imperatore Costantino che fece livellare la zona per far costruire la Basilica di San Pietro, visto che il luogo non era pianeggiante in origine. Infine, il Pincio che non è annoverato fra le alture della città, ma chiunque può vedere il dislivello. Basti pensare agli scalini interminabili di Piazza del Popolo, per raggiungere la nota balconata dove poter esplorare tutta Roma.
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