Dopo il 24, il 25 e il 26 dicembre, si attende la fine dell’anno per festeggiare il Capodanno ricco di aspettative. Il 31 dicembre molte persone non perderanno occasione di riunirsi e trascorrere del tempo insieme. Ogni città ha un menù tipico, ecco quali sono i piatti tipici di Roma: scopriamo tutti i dettagli.
Roma, quali sono i piatti tipici di Capodanno?
Il menù di Capodanno a Roma prevede quattro portate: antipasto, primo, secondo e dolce. Ognuna sarà accompagnata dal vino e altre bevande.
Gli antipasti possono essere di carne, pesce o vegetariani scelti a seconda delle proprie esigenze. Tra i vari piatti ci sono:
- Torte salate, come quella con broccoli e salsiccia e ricotta e spinaci;
- Rotolo ripieno di salmone, carne o verdure;
- Misto di crostacei
- Fritto misto, in piena tradizione romanesca.
Si passa poi ai primi piatti:
- Pasta fresca fatta a mano, condita con ragù di mare o di terra;
- Gnocchi alla romana gratinati;
- Cannelloni di mare, di terra o vegetariani;
- Crespelle o crepes salate;
- Risotto ai formaggi o alla crema di scampi.
Parlando di secondi piatti tipici di Capodanno e elenco, le soluzioni da inserire nella lista possono essere davvero moltissime.
Tra i secondi piatti per Capodanno a Roma ci sono:
- Galletto al forno con le patate;
- Frittura di pesce, possibilmente pescato locale.
Non possono mancare i contorni come le verdure ripassate e le patate al forno.
Infine, i dolci tipici delle feste natalizie come panettone, pandoro, torrone e tanto altro.
Ogni tradizione ha anche dei cibi portafortuna. Quelli tipici romani sono le lenticchie, maiale, frutta secca, uva, mandarini.
Quali erano le usanze popolari della Roma del passato per Capodanno?
Senza dubbio il Capodanno rimanda ad una serie di superstizioni, costumi e tradizioni che ancora oggi vengono ricordate dai romani. In passato, non solo erano un mezzo per salutare definitivamente l’anno e inaugurare il nuovo ma anche vivere con entusiasmo, convinzione e un pizzico di divertimento.
Non potevano mancare l’uva passa, le braciole di maiale e la notte del 31 dicembre, il cotechino con lenticchie. Tutto serviva sia per allontanare i debiti ma anche per augurarsi una vita lunga e una salute di ferro.
Inoltre, era tradizione donare ad amici e parenti una pigna colorata d’oro o d’argento. La sera di San Silvestro, un minuto dopo il brindisi di mezzanotte, si buttavano dalla finestra tre pentole di “coccio” colme d’acqua per allontanare la sfortuna.
Le persone erano soliti portare avanti anche dei riti d’amore per le ragazze curiose di conoscere il proprio futuro sentimentale. Tra questi vi era il gioco delle tre fave secche.
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