Il villino liberty nel quartiere Coppedè, Villino Naselli, era stato dato per spacciato già nel 2017, quando iniziarono i lavori di demolizione. A nulla servirono le petizioni e le proteste, ne’ l’ira di Vittorio Sgarbi che aveva commentato
“Non sarebbe meglio restaurare la palazzina che già c’è? Questo deve fare un sindaco, questo deve fare un sovrintendente”.
In quell’occasione, il noto critico d’Arte aveva anche mostrato i progetti dell’edificio che avrebbe rimpiazzato l’elegante palazzina. Era già evidente dalle carte che si sarebbe trattato di una struttura ultramoderna, composta di sette appartamenti e – molto probabilmente – incoerente con il paesaggio circostante. “Un pugno nell’occhio” per alcuni e “da catalogo Ikea” per altri, come si legge su Twitter.
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Villino Coppedè, ecco le foto su Twitter del nuovo edificio e le reazioni
Su Twitter si accende il dibattito: perchè il villino è stato demolito? Forse la struttura era così pericolante da non poter effettuare ristrutturazioni decisive sul fronte della sicurezza? Non è chiaro: la palazzina non sembrava fatiscente, a detta di alcuni utenti; pertanto non si spiega un’azione così radicale.
18 ottobre 2017
Villino Liberty nel quartiere Coppedè: è iniziata la demolizione dell’edificio storico con più di 80 anni
Alle 6 del mattino del 16 ottobre 2017 è iniziata la demolizione del villino storico nel quartiere Coppedé, in via del Ticino 3.
L’edificio, che si pensava fosse nato negli anni 50, risale in realtà al 1929/31, proprietà del conte Girolamo Nardelli, progetto di Ugo Gennari.
“I lavori sono in corso e la demolizione è prossima. Raggi e l’assessore all’Urbanistica intervengano” annunciava Italia Nostra.
Il Presidente della stessa associazione, Oreste Rutigliano, giorni prima aveva inviato una lettera a MiBact, alla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e alla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, per chiedere di bloccare l’abbattimento dell’immobile. Anche Nathalie Naim, consigliera del I Municipio, è intervenuta sulla vicenda dichiarando: “I lavori vanno fermati e va rifatta la valutazione della soprintendenza, alla luce della documentazione che dimostra la storicità del villino, il paesaggio verrebbe lacerato dalla nuova costruzione. E ci sono tanti altri casi simili, edifici storici da inserire nella Carta della Qualità”.
I cittadini e residenti della zona non hanno tardato a fare sentire la loro voce a seguito del disagio che sono costretti a subire. Qualcuno ha affermato: “Quando abbiamo scoperto che l’intenzione era quella di abbattere lo stabile per costruirci una nuova palazzina era Luglio. Adesso che hanno cominciato a demolire non vedo l’ora che finiscano questi lavori che stanno portando disagi al quartiere. Ci sono dei ricorsi per bloccare i lavori da parte di Italia Nostra e di Vittorio Sgarbi, ma poi cosa succede? Ci troviamo lo scheletro del palazzo per anni in mezzo al quartiere? A questo punto prima finiscono i lavori e meglio è.”
La reazione di Vittorio Sgarbi: “Non sarebbe meglio restaurare? Barbari!”
In questa questione molto delicata, non poteva mancare l’intervento di Vittorio Sgarbi che ha commentato così: “Non sarebbe meglio restaurare la palazzina che già c’è? Questo deve fare un sindaco, questo deve fare un sovrintendente”.
Nella giornata del 16 ottobre, giorno d’inizio della demolizione, il noto critico d’arte ha pubblicato sul suo profilo Facebook un video in cui invitava ad andare in via Ticino 3, per fermare quelli da lui definiti “barbari” o “criminali“. Con i suoi toni accesi Sgarbi ha, inoltre, mostrato il progetto di Alessandro Ridolfi, l’architetto incaricato alla realizzazione della nuova costruzione, che andrà a sostituire il villino: una palazzina ultramoderna con sette appartamenti.
Ora non resta che attendere e scoprire se verranno presi provvedimenti o meno nei confronti di quest’azione che, apparentemente, nasconde tanta noncuranza.