La chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma custodisce delle preziose tele di Caravaggio: ecco qualche curiosità che forse non sapete su queste straordinarie opere
Il centro di Roma custodisce veri e propri tesori, come quelli racchiusi tra le mura della chiesa di San Luigi dei Francesi, dove sono conservate alcune delle più straordinarie opere di Caravaggio. In una delle cappelle, infatti, è possibile ammirare tre potenti tele del celebre artista, dotato di estro, talento e spirito innovativo.
Caravaggio a San Luigi dei Francesi, quell’innovazione introdotta dall’artista
Sulle opere di Caravaggio nella chiesa di San Luigi dei Francesi, esperti e critici d’arte hanno detto davvero di tutto. Poco resta da ancora da scoprire su quelle meravigliose testimonianze della grandezza dell’artista. Però forse, i semplici appassionati ignorano le curiosità e qualche retroscena sulla realizzazione dei quelle incredibili opere.
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Quando Caravaggio venne chiamato a completare la Cappella della famiglia del cardinale Contarelli, alla fine del 1500, gli fu chiesto dapprima di affrescarne le pareti, poi di realizzare la pala d’altare.
Lui, che non aveva particolare predilezione per la pittura murale, decise di introdurre un’innovazione: realizzare delle enormi tele da collocare sulle pareti. La trovata di Caravaggio per evitare di realizzare gli affreschi fu un vero successo.
L’opera rifiutata
Il trittico, come noto, racconta la vita di San Matteo, raffigurando l’apostolo di Gesù Cristo nei tre momenti più significativi: la vocazione, il martirio e la scrittura del Vangelo. Le prime due tele si trovano ai lati della cappella, sulle pareti, mentre la terza, realizzata qualche anno dopo rispetto alle altre, è posta sull’altare.
Il pregio di queste opere realizzate da Caravaggio per la Chiesa di San Luigi dei Francesi è indiscutibile e rappresentano l’essenza della sua arte. Non tutti sanno però che la pala d’altare che oggi ammiriamo nella Cappella Contarelli non è quella originariamente realizzata dall’artista.
L’opera concepita inizialmente da Caravaggio fu rifiutata dai committenti perché ritenuta troppo ‘trasgressiva’ rispetto alle regole di decoro dell’epoca. San Matteo veniva infatti raffigurato come un rozzo contadino, mal vestito e con i piedi callosi in evidenza.
Dopo un primo momenti di crisi e sconforto, Caravaggio ridipinse la tela, evitando di mostrare dettagli così rudi. Il risultato, oggi, è sotto gli occhi di tutti.