Avete mai pensato a dove finisce l’acqua della Fontana di Trevi? E’ sempre la stessa ogni giorno: ecco cosa succede
Chiunque sia andato almeno una volta a Roma non ha potuto non visitare la Fontana di Trevi e lasciarsi cullare dallo scorrere dell’acqua, scattando una foto e lanciando una monetina come portafortuna.
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Nessuno, tuttavia, si è mai chiesto che fine fa l’acqua che esce: essa è controllata da Acea che monitora anche l’impianto di illuminazione artistica del monumento.
Acqua della Fontana di Trevi? Cosa sapere
Acea, azienda comunale energia e ambiente, lavora costantemente e quotidianamente affinché l’acqua di Fontana di Trevi a Roma sia pulita e non vada sprecata. A tal proposito in pochi sanno che essa è riciclata, vale a dire che viene controllata, depurata e rimessa in circolo.
In primo luogo, l’azienda svolge il compito di manutenzione della fontana che avviene ogni 15 giorni. Un gruppo di elettromeccanici verifica il corretto funzionamento delle pompe di ricircolo e dell’intero sistema di adduzione dell’acqua.
A seguire, una squadra di tecnici per tre volte a settimana opera sulla pulizia e due volte al mese svuota completamente le vasche e infine disinfetta l’acqua.
Dietro le sculture marmoree si nasconde la macchina tecnologica e avanzate, cuore pulsante del lavoro di Acea. “Facciamo spesso visite guidate qui con studenti di scuole e università, ma non solo. Ho mostrato la camera di manovra a delegazioni di ingegneri di tutto il mondo, ad architetti e a personalità celebri come capi di Stato e re.”, si legge sul sito ufficiale dell’azienda.
Fontana di Trevi a Roma controllata anche da remoto
Il lavoro di Acea viene svolto anche da remoto. Gli addetti controllano attraverso quattro pompe elettriche sempre in azione il funzionamento della fontana.
“Sono state installate al livello della fontana nel 1979, funzionano h24 e immettono 220 litri di acqua al secondo. Ogni 8 ore se ne spegne una e l’altra riparte”. Si legge.
Dove andava a finire l’acqua in passato?
In passato l’acqua arrivava per mezzo dell’acquedotto Vergine e veniva raccolta nella stanza di stagnazione. In quel punto l’acqua si fermava fino per essere distribuita alle famiglie ricche della città.
I più attenti possono aver fatto caso ad un foglio che è appeso in una parete della zona in cui si svolgeva periodicamente il calcolo che veniva ristuccato e aggiornato a mano. Stava ad indicare i nomi delle famiglie e teneva il conto dei pagamenti. Qualora i diretti interessati non avessero pagato la tassa, il flusso stabilito per loro veniva interrotto.
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