La Fontana del Prigione è stata spostata più volte nel corso della sua storia. Qual è il motivo dietro a questi trasferimenti?
La Fontana del Prigione è stata spostata più volte nel corso della sua storia. Qual è il motivo dietro a questi trasferimenti?
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Le origini della Fontana del Prigione
Nel cuore di Roma, precisamente in Via Goffredo Mameli a Trastevere, si trova un’affascinante opera d’arte con una storia intrigante: la Fontana del Prigione. Ma cosa c’è dietro questo nome enigmatico e la sua storia di spostamenti attraverso la città eterna?
La Fontana del Prigione fu commissionata da Papa Sisto V e inizialmente fu eretta nella Villa Peretti Montalto nel rione Esquilino. La sua creazione risale al 1590, quando fu progettata per garantire un adeguato approvvigionamento d’acqua alle zone del Quirinale e del Viminale in seguito alla ristrutturazione dell’Acquedotto Alessandrino, noto come Acqua Felice. Tuttavia, la fontana non aveva nulla a che fare con dei prigionieri inizialmente.
La storia del nome “del Prigione” è avvolta nel mistero. Durante i suoi continui spostamenti nel corso dei secoli, la fontana ha perso le decorazioni originali che giustificavano il nome. In origine, all’interno del della fontana c’era un gruppo di statue, tra cui una figura di un prigioniero che cercava di liberarsi dalla schiavitù della materia, ispirato all’arte di Michelangelo. Accanto a questa statua vi erano anche altre sculture, tra cui la testa di Esculapio, Venere e Apollo. Tuttavia, nel corso del tempo, queste preziose decorazioni sono scomparse, lasciando la fontana senza un prigioniero o altri elementi correlati al nome.
Gli spostamenti della fontana
La Fontana del Prigione ha subito numerosi spostamenti nella sua lunga storia. Dopo la demolizione della Villa Peretti Montalto nell’Ottocento, causata dai lavori edilizi nella zona del Viminale, la fontana fu trasferita in Via Genova. Rimase lì fino alla costruzione del Palazzo del Viminale, quando fu nuovamente spostata. Alla fine, trovò la sua attuale dimora a Trastevere, ma la sua storia travagliata di traslochi e il mistero del nome “Prigione” sono rimasti intatti.
Dal punto di vista architettonico, la Fontana del Prigione presenta un grande nicchione con lesene ai lati che sostengono un frontone decorato con teste di leone e festoni fiorati. Nella parte inferiore, una bassa piscina raccoglie l’acqua che scorre da una testa di leone. Due catini muniti di cannella sono sospesi su basamenti sulle lesene laterali.
In sintesi, la Fontana del Prigione è un affascinante esempio di come l’arte e la storia si intreccino nelle strade di Roma. La sua storia di spostamenti e il mistero del nome “Prigione” fanno di questa fontana un tesoro da scoprire per chiunque visiti Roma. Sebbene le statue originali siano andate perdute nel tempo, il suo fascino e la sua bellezza sono rimasti intatti, testimoniando il passato e il presente di questa affascinante opera d’arte.