Massimo Di Cataldo celebra 30 anni di carriera con un concerto speciale a Roma. Scopri lo spettacolo e l’intervista esclusiva all’artista.
Una carriera lunga più di trent’anni, un concerto celebrativo e una nuova canzone pronta a raccontare ancora qualcosa di sé: a Roma sta per tornare Massimo Di Cataldo, che vedremo presto sul palco del Teatro Garbatella con “Uno come me ‘95/‘25”, un evento unico e in grado di unire musica, parole e ricordi. La serata, prevista per sabato 29 marzo, parte dal brano d’esordio “Che sarà di me”, risalente a Sanremo 1995, fino a giungere ad oggi con il singolo di prossima uscita “Uno come me”. Pronti a riscoprire Massimo Di Cataldo? Guarda il nostro video per scoprire tutti i dettagli dello spettacolo e un’intervista esclusiva all’artista, che si racconta senza filtri ai nostri microfoni!
“Uno come me ’95/’25”: a Roma il concerto teatrale per celebrare i trent’anni di carriera di Massimo Di Cataldo
Massimo Di Cataldo torna sul palco con “Uno come me ’95/’25”, un concerto teatrale pensato per festeggiare oltre trent’anni di carriera musicale: l’appuntamento è per sabato 29 marzo, alle ore 21:00, presso il Teatro Garbatella di Roma (via Giovanni da Triora 15).
Lo spettacolo parte con “Che sarà di me”, il brano che lo consacrò al Festival di Sanremo nel 1995, per poi svilupparsi come un racconto musicale tra canzoni, aneddoti e riflessioni personali. Amori, amicizie e retroscena del mondo dello spettacolo si intrecciano in una narrazione intima e ironica, che offrirà al pubblico uno sguardo autentico sulla vita dell’artista.
Durante la serata, Di Cataldo presenterà anche il suo nuovo singolo di prossima “Uno come me”, e sarà affiancato da Ingo Schwartz al basso e Dario Zeno al pianoforte. Il trio darà vita a un tessuto sonoro raffinato, in grado di unire strumenti acustici a sonorità elettroniche, tra synth, vocoder e drum machine, per un’esperienza musicale ricca di suggestioni e atmosfere contemporanee. Per l’occasione, abbiamo intervistato Massimo Di Cataldo, che ci ha parlato del concerto ma anche della sua lunga carriera.
Il concerto “Uno come me ’95/’25” celebra oltre 30 anni di carriera: cosa provi guardando oggi quel ragazzo che debuttava a Sanremo nel 1995 con ‘Che sarà di me’?
Allora, nel 1995 con “Che sarà di me” debuttavo a Sanremo, è stata una grande emozione. Oggi rivedermi mi fa anche un po’ tenerezza, perché ero sì certamente spavaldo però anche molto ingenuo. E quindi è stata un’esperienza straordinaria per un ragazzo che si gioca il tutto per tutto e che vuole comunque mettersi in gioco ma non ancora in discussione, perché non c’è niente da perdere. Quindi un po’ di tenerezza senz’altro sì.
Nel concerto racconterai aneddoti e storie dietro le tue canzoni: c’è un episodio che non hai mai raccontato prima e che svelerai sul palco?
Sì, sicuramente ci saranno degli episodi che racconterò tra una canzone e l’altra durante questo concerto del 29 marzo al Teatro Garbatella a Roma. È un luogo per me importante proprio storicamente, il quartiere della Garbatella mi appartiene perché sono nato lì. Anzi mi sento io di appartenere in qualche modo a quella a quella piccola città che è la Garbatella. E racconterò degli aneddoti della mia vita, i protagonisti di questi aneddoti sono quasi sempre una lei e io ovviamente… e il “discografico” che è una specie di entità, una sorta di figura come un po’ il caporale di Dodò… Certo chiaramente un po’ ci scherzo sopra perché ovviamente ci sono stati anche dei rapporti molto importanti a livello professionale con molti professionisti della discografia, i quali mi hanno insegnato molto.
In questi 30 anni di carriera, qual è stata la sfida più grande che hai dovuto affrontare nel mondo della musica?
Sicuramente la sfida più grande che ho affrontato nella mia carriera nel mondo della musica è stato il passaggio da essere un artista ‘accudito’ da una grande casa discografica a diventare produttore di me stesso e non solo in certi casi, ma soprattutto un artista indipendente con una propria etichetta. E ho cercato di eseguire appunto quegli standard della discografia in quegli anni, molto alti e che richiedevano anche un grande lavoro da parte di un artista. E quindi mi sono sicuramente poi reinventato e questo è stato senz’altro una bella challenge, una bella sfida che mi ha però anche aiutato a trovare una maggiore determinazione e a voler continuare a fare questo lavoro più che mai.
Roma è la città che ospita questo evento speciale: quanto ha influito la tua città sul tuo modo di scrivere e vivere la musica?
Roma è stata assolutamente importante, lo è tuttora. È la città nella quale sono nato e cresciuto, mi sono formato musicalmente in un periodo come quello degli anni 80, nel quale Roma non aveva un carattere così romano. Era più tesa alle nuove tendenze, negli anni 80 la New Wave e il periodo New Romantic… In giro per la città si respirava questa nuova tendenza, queste nuove influenze che arrivavano soprattutto dall’Inghilterra. E quelli sono stati i miei punti di riferimento. Poi il cantautorato, un po’ da tutta Italia e non soltanto quello romano. Anche se sicuramente ci sono degli esponenti di Roma e nel Lazio come Battisti e anche molti altri come Venditti, ma molti anche non romani hanno orbitato in questa in questa città che ha dato molto. Però è una città che anche chiede molto, quindi è una città piuttosto impegnativa per la musica, però sicuramente molto influente assolutamente sì.
Dopo questo concerto-evento, quali sono i tuoi prossimi progetti?
Dopo questo concerto sicuramente partirà un tour e quindi quello è in questo momento il progetto più imminente, però mi interessa soprattutto portare avanti la musica in senso anche di elaborazione e di sperimentazione. Quindi sto lavorando ad un nuovo progetto musicale e sicuramente usciranno delle canzoni sciolte, un po’ come singoli. Verrà un po’ snocciolato questo lavoro ogni tre-quattro mesi. E poi chissà magari queste canzoni confluiranno in un album che sto ideando. Quindi diciamo che prima anticipo qualcosa e poi arriverà il progetto completo, ma è ancora è un po’ misterioso anche per me ma ci sarà.
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Photo Credits: Roberta Di Cataldo