Ogni 21 Aprile la luce entra nel Pantheon in modo particolare, creando un effetto quasi scenografico: la storia dietro questo evento.
Sapete cosa succede quando il sole entra dalla cupola del Pantheon ogni 21 Aprile a mezzogiorno?
Da millenni, nel giorno della nascita di Roma, la luce del sole, entrando dall’oculo, colpisce un punto in particolare dell’antica struttura: la porta d’ingresso.
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Riflettendo sul bronzo, i raggi del sole si irradiano creando un effetto scenografico, si direbbe teatrale. Il gioco di luce è stato accuratamente progettato durante la costruzione del Pantheon: ecco come e perché.
I segreti della cupola del Pantheon: il progetto architettonico e politico
Augusto incaricò il genero Marco Vipsanio Agrippa di costruire il tempio dedicato a tutte le divinità pagane, conosciuto come Pantheon, che si inaugurò nel 27 a.C.
Ricostruito fra il 120 e il 124 d.C. per volere dell’imperatore Adriano, la maggior parte delle caratteristiche peculiari del tempio rimasero immutate: fra queste, l’oculo della cupola e la porta bronzea all’ingresso.
La cupola del Pantheon è progettata per scandire le stagioni attraverso la luce. I raggi del sole, filtrando attraverso l’oculo, colpiscono in determinati giorni e in determinati orari le edicole e le esedre del tempio. Questa caratteristica ha un preciso significato in termini archeologici e astronomici. Infatti è proprio il giorno in cui ricorre il compleanno di Roma, 21 aprile, che il fascio di luce si posiziona sulla porta di bronzo.
A mediodía de cada 21 de abril, la luz del sol atraviesa el óculo del #Panteon de #Roma e ilumina completamente la puerta.
En ese momento preciso entraba el Emperador rodeado de luz. pic.twitter.com/OovVeZEArN— José Luis (@JoseLuisPortnoy) April 22, 2020
Lo spettacolare effetto scenografico è stato accuratamente architettato a maggior gloria di Augusto. Pare infatti che l’imperatore facesse ingresso nel Pantheon proprio a mezzogiorno, nel giorno dedicato alle celebrazioni del compleanno di Roma, godendo dell’illuminazione del naturale “occhio di bue”. Riflettendo sul bronzo della porta, i raggi del sole illuminavano la figura stessa di Augusto, creando un effetto teatrale impensabile per l’epoca.