“Passare sotto le forche caudine” è un modo di dire molto diffuso a Roma che affonda le sue radici in una delle più tragiche sconfitte della storia romana.
‘A chi tocca nun se ‘ngrugna’, sai cosa significa e perché si dice così?
Passare sotto le forche caudine, qual è il significato?
Sono molti i modi di dire la cui etimologia proviene dalla storia romana, in particolare facendo riferimento alla storia antica, quella della Repubblica e del primo Impero.
In questo caso “passare sotto le forche caudine” proviene dalla storia repubblicana, nel IV secolo a.C. Si fa riferimento alla battaglia delle forche caudine del 321 a.C. tra romani e sanniti, una popolazione che molto evoluta per il tempo che rappresentava già da anni una minaccia per la Repubblica di Roma.
Il risultato di questa battaglia fu netto: i romani furono costretti ad accettare le condizioni di pace dei sanniti e subirono un’umiliazione che è passata alla storia. Stiamo parlando dell’umiliazione del giogo delle forche caudine. I sanniti costrinsero l’esercito romano sconfitto a passare sotto il giogo senza vestiti e senza armi, simbolo di disonore.
Passare sotto le forche caudine, quindi, è un detto che richiama il sentimento dell’umiliazione, proprio come avvenne nel 321 a.C.
La battaglia contro i sanniti
Come si è arrivati ad un’umiliazione tanto grave? Un’umiliazione così indelebile da far annoverare la battaglia delle forche caudine come una delle più grandi disfatte della storia di Roma, insieme alla battaglia dell’Allia del 390 a.C. e la famosa discesa di Annibale nella battaglia di Canne del 216 a.C.
I sanniti, come detto, erano una popolazione molto fiera e ben organizzata. Si erano già scontrati con i romani 20 anni prima, incontrando numerose perdite che li costrinsero a firmare un trattato con Roma di neutralità. Neutralità che fu rotta nel 322 a.C. a causa di un capopopolo di nome Brutulo Papio che sollevò i sanniti contro i romani. Sconfitto Brutulo, i romani imposero delle condizioni molto severe ai sanniti. Condizioni, forse, troppo severe perché provocarono l’ascesa di Gaio Ponzio.
Gaio Ponzio era un comandante che fece sua la causa sannita e sollevò nuovamente il suo popolo contro i romani l’anno successivo.
“La ferocia dei romani non stata saziata dalla morte dei colpevoli, né dalla consegna dei loro cadaveri, né dai beni che accompagnavano il trasporto dei loro defunti proprietari, né lo sarà mai se non dall’offerta del nostro sangue da bere e delle nostre carni da sbranare.”
Con queste parole Gaio Ponzio si rivolse ai sanniti, cominciando a porre le basi per la battaglia delle forche caudine.
Così Gaio Ponzio attrasse con l’inganno i romani in una gola, chiudendo le vie di uscita, e si mise in una posizione di vantaggio. I sanniti erano indecisi sul da farsi a quel punto e si interrogavano su cosa fosse più saggio, se sterminarli o imporre le proprie condizioni. Alla fine si decise per la seconda opzione, ma non prima di aver imposto all’esercito romano l’umiliazione delle forche caudine.