Fare la scarpetta è uno dei piaceri più belli da concedersi davanti un buon piatto al sugo. Ma cosa ne pensa il galateo di questa pratica?

La cucina romana sembra fatta apposta per fare la scarpetta. Un rito a cui pochi romani saprebbero rinunciare, specialmente dopo una carbonara, un’amatriciana o il tradizionale pollo ai peperoni. È un gesto semplice ma ricco di significato, capace di trasformare il pasto in un’esperienza che coinvolge ogni goccia di sapore nel piatto.

La storia della “scarpetta”

Anche se può sembrare un’abitudine recente, fare la scarpetta ha radici antiche, risalenti almeno all’Ottocento. Le sue origini esatte restano incerte, ma già allora si trattava di una pratica diffusa, come documentano diversi racconti popolari.

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Soprattutto in Abruzzo e nel Lazio, raccogliere il sugo con un pezzo di pane era una tradizione tanto radicata da comparire perfino sulla rivista La Frusta del 1871, dove il personaggio di Gaspero diceva: «Famme fa la scarpetta a sto tantino de sugo, che c’è arimasto».

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Da sempre, nelle case italiane, fare la scarpetta è visto come un segno di apprezzamento per il piatto, una sorta di ringraziamento silenzioso a chi ha cucinato, perché significa che il pasto è stato gradito fino in fondo. È un momento di condivisione, un modo di dire “grazie” attraverso un gesto che diventa quasi un rito di gusto e di gratitudine. Ma cosa ne pensa il galateo?

Cosa rappresenta nel galateo

Purtroppo, nel galateo questo gesto non è visto di buon occhio. Shubha Marta Rabolli, docente e vicepresidente dell’Accademia Italiana di Galateo, ci ricorda che le regole del bon ton vietano di raccogliere il sugo con il pane in modo diretto. È considerato un gesto informale, poco adatto a situazioni eleganti.

Se proprio non si riesce a resistere, l’unico modo accettabile è quello di passare un piccolo pezzo di pane nel piatto aiutandosi con la forchetta. Un compromesso per chi non vuole rinunciare del tutto al piacere di gustare ogni sapore.

Insomma, anche se è uno dei piaceri più autentici della tavola, fare la scarpetta resta un gesto legato alla convivialità più che alla formalità. È una piccola ribellione al galateo, un modo per concedersi un momento di puro piacere, semplice ma intenso, anche se non perfettamente elegante.