Ad oggi una delle vie più conosciute di Roma è via della Conciliazione, ovvero la strada che porta a Piazza San Pietro da Castel Sant’Angelo.
La costruzione di Via della Conciliazione, in sostituzione alla Spina di Borgo, cambiò però totalmente lo sguardo di Roma verso la Santa Sede.
Una decisione, quella di distruggere gli edifici del Borgo, che portò a distruggere con sé anche lo stupore dei cittadini, che venivano colti di sorpresa dall’immensità della Piazza.
Ma la storia di via della Conciliazione non è così remota come sembra. È, infatti, nel 1936 che si decise di sostituire l’allora Spina di Borgo con la maestosa via della Conciliazione.
La demolizione di Spina di Borgo
Spina di Borgo era il nome che veniva attribuito ad una serie di edifici posti tra Castel Sant’Angelo e Piazza San Pietro, che si trovavano perciò nel quartiere di Borgo.
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Ma la scelta di distruggere questa parte di quartiere dall’impianto medievale e rinascimentale non fu, appunto, una scelta facile.
La sua demolizione provocò, non a caso, una serie di polemiche da parte degli abitanti di Roma, che apprezzavano l’interezza e l’unicità del quartiere. Avvertendo una perdita non solo dei propri palazzi, ma anche della visione della Piazza stessa, ormai priva del suo effetto sorpresa.
Perché si chiama via della Conciliazione
Il regime fascista decise comunque, sulla base di un progetto realizzato dagli architetti Marcello Piacentini e Attilio Spaccarelli, di demolire la Spina di borgo in occasione dei famosi Patti Lateranensi del 1939.
Fu proprio dalla conciliazione instaurata tra la Chiesa e lo Stato l’11 febbraio 1939 che “Via della Conciliazione” prende il nome.
La nuova via venne quindi istituita nel 1937 dal governatore di Roma in carica, Piero Colonna, e raggiunse il completamento solo nel 1950, in occasione del giubileo.
Nonostante i forti contrasti sulla decisione di demolire Spina di Borgo, si può solo rimanere stupefatti di fronte all‘immensa bellezza di Via della Conciliazione.