La leggenda vuole che un fantasma, soprannominato “Pimpaccia”, si aggiri ancora nelle strade del centro di Roma.

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La leggenda vuole che un fantasma, soprannominato “Pimpaccia”, si aggiri ancora nelle strade del centro di Roma.

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La vita di Donna Olimpia

Nel 1592 nasce a Viterbo una donna destinata a diventare una figura importantissima di Roma: Olimpia Maidalchini. Prima di assumere l’appellativo della “Pimpaccia” era di umili origini e fuggì dal convento prima di prendere i voti, avendo deciso di sposare un ricco viterbese. Dopo la morte del marito, Olimpia incontrò a Loreto il cinquantenne Pamphilio Pamphilj. La loro unione portò Olimpia nel cuore della nobiltà romana, conducendo una vita mondana e affaristica. Il fratello di Pamphilio Pamphilj, Giovanni Battista, diventò papa nel 1644 con il nome di Innocenzo X, ed elevò Olimpia a “papessa”. La morte di Innocenzo X nel 1655 segnò anche la fine della sua epoca di potere, e Olimpia, esiliata da Roma, morì di peste nel 1657.

L’appellativo “Pimpaccia”

È il suo carattere deciso e controverso che le valse l’appellativo “La Pimpaccia” un termine dispregiativo con radici nelle pasquinate dell’epoca barocca romana. Nonostante la sua caduta, la leggenda della Pimpaccia è ancora nota. Si narra che il suo fantasma si aggiri per le strade del centro, conducendo una carrozza carica di tesori e trainata da quattro cavalli al galoppo, che parte da Piazza Navona arrivando fino al Tevere.

Il dispregiativo termine “Pimpaccia” sembra non aver mai infastidito Olimpia Maidalchini che, anzi, ne era molto compiaciuta. Potrebbe essere che il suo spirito si diverta ancora a provocare in giro per le strade di Roma. Le leggende notturne di questa figura enigmatica si tramandano, creando un alone di mistero che persiste nei secoli, alimentando la curiosità e la paura dei romani che s’immaginano ancora lo spettro della Pimpaccia sfrecciare tra le vie del centro storico.