A differenza degli anni passati le temperature sono ancora molto alte per accendere i riscaldamenti tanto che qualcuno in certi casi usufruisce dell’aria condizionata.
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Eppure, tra pochi giorni nel Lazio e quindi anche a Roma nelle case è prevista l’accensione dei termosifoni.
Roma termosifoni accensione 2024, qual è la data ufficiale
Con l’ordinanza sindacale, il periodo di riscaldamento è stato fissato dal 15 novembre al 7 aprile, con un limite di 11 ore giornaliere nell’arco temporale compreso tra le ore 5 e le 23.
Roma termosifoni accensione, possibile deroga
Sono previste deroghe ai limiti di giorni e orari per: ospedali, cliniche, case di cura, scuole materne e nidi, piscine, saune e sedi di rappresentanze diplomatiche o internazionali che non siano ubicati in stabili condominiali, edifici che ospitano attività industriali, artigianali e assimilabili “nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione”.
Regole sull’accensione dei termosifoni
L’Italia è diviso in sei zone climatiche in cui variano i tempi e le date previsti per l’accensione dei termosifoni. Le regole ordinarie sono contenute nel DPR 74/2013 e nel DPR n. 412/1993. Di seguito le zone:
- A- 1 dicembre –15 marzo / max 6 ore giornaliere: zone molto calde come Lampedusa.
- B- 1 dicembre – 31 marzo / max 8 ore giornaliere: zone calde come Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento.
- C- 15 novembre – 31 marzo / max 10 ore giornaliere: zone interne del Sud Italia.
- D- 1 novembre – 15 aprile / max 12 ore giornaliere: zone costiere e del centro Italia.
- E- 15 ottobre –15 aprile / max 14 ore giornaliere: regioni del Nord Italia, come la Lombardia, Piemonte, aree interne come alcune province dell’Abruzzo.
- F- nessuna limitazione: zone tipicamente montuose come le province di Trento e Belluno.
Una delle regole fondamentali previste nel decreto è l’obbligo di manutenzione degli impianti con lo scopo di preservare il funzionamento, ridurre i consumi e aumentare la sicurezza.
Qualora non venisse seguita la norma vigente, vi sarà una sanzione con un importo compreso tra 500 euro e 3.000 euro.
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