Roma può essere considerata un museo a cielo aperto per il fatto che è ricca di tanti monumenti, sculture e viuzze che vanno a costituire la sua storia, cultura e tradizione. Vi sono talmente tanti punti che alcuni sono ancora oggi sconosciuti. Per esempio, in pochi sanno che la Basilica dei Santi Apostoli è caratterizzata da una particolarità legata alla scritta nascosta sulla facciata. Scopriamo insieme l’enigma.
Roma Basilica dei Santi Apostoli: la storia
La Basilica dei Santi Apostoli, più propriamente conosciuta come la Basilica dei Santi XII Apostoli, fu fondata in epoca bizantina nel VI secolo per volere di papa Pelagio I. Al suo interno vi sono le reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo.
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Si tratta dell‘unica basilica romana che non è stata costruita su edifici già esistenti. Essa è caratterizzata da una scritta presente sulla facciata dell’ingresso: vi è una parola nascosta da tutti considerata come l’enigma degli Apostoli.
Roma, basilica dei Santi Apostoli: l’enigma
Nello specifico, sopra le arcate d’ingresso sono presenti tredici statue che raffigurano Gesù e i suoi dodici apostoli. Ognuna ha una lettera. La parola nell’insieme è “Fldlcsotcecvb“.
La lingua a cui bisogna fare riferimento è il latino e si tratta di un acrostico. Le tredici lettere presenti sui basamenti delle statue rappresentano le iniziali di una frase latina che, tradotta in italiano, significa: “Frate Lorenzo Di Lauria, Consultore del Santo Offizio, Teologo, Cardinale, Vescovo, Custode della Biblioteca Vaticana”.
Dunque, l’idea dell’architetto era quella di tramandare ai posteri il nome del committente senza, però, offendere il pontefice con una scritta che avrebbe lodato un committente che non fosse il papa.
Altre curiosità
Dal 2008 è stato costruito un’intercapedine che collega la chiesa a un palazzo confinante per mezzo del quale sono visibili gli affreschi della Cappella funebre del cardinal Bessarione, scoperta per caso nel 1959 durante dei lavori di ristrutturazione.
Essa è dedicata alla Madonna, ai santi Michele, Giovanni Battista ed Eugenia e rappresenta uno dei luoghi più importanti per la storia della pittura del Quattrocento a Roma. Gli affreschi, invece, furono eseguiti da Antoniazzo Romano e Melozzo da Forlì con le loro botteghe.
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