Quartiere africano a Roma cambia i nomi delle strade: cosa sta succedendo, l’iniziativa del Comune di Roma

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Il Quartiere Africano di Roma è una delle zone residenziali più conosciute della capitale che negli ultimi anni è al centro di una trasformazione storica che riguarda la sua toponomastica. Si tratta di un passo simbolico e significativo per la città eterna e per il nostro Paese. In questo modo si apre una riflessione più consapevole sul passato coloniale d’Italia: le strade del quartiere vedranno cambiare i loro nomi, abbandonando quelli che richiamano il periodo del colonialismo per fare spazio a una memoria storica più attenta alla contemporaneità.

Quartiere Africano di Roma: cosa cambierà

Il Quartiere Africano di Roma è nel bel mezzo di una trasformazione che segna una svolta importante nella storia del quartiere e della città e si inserisce in un contesto più ampio di revisione e rielaborazione della memoria collettiva.

La rimozione dei nomi coloniali non è solo una questione estetica, ma un atto simbolico che invita a riflettere sul rapporto tra Roma e le sue esperienze coloniali, in particolare quelle legate alle sue colonie in Africa. Infatti, la maggior parte delle strade del Quartiere Africano portano ancora i segni di un passato legato alla dominazione, con nomi di personaggi e luoghi evocativi del periodo fascista e coloniale.

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Il cambiamento, dunque, segna un passaggio importante per la città eterna. Così si andrà a raccontare anche la storia del quartiere, con particolare attenzione alla memoria delle persone che lo hanno abitato, alle migrazioni, alle esperienze delle comunità e alle sfide della contemporaneità.

Il Comune di Roma ha intrapreso tale percorso, promuovendo una narrazione storica più inclusiva e rappresentativa della contemporaneità. Infatti, l’iniziativa non è solo un semplice cambio di nomi, ma un atto di rivisitazione storica e culturale.

Senza dubbio, un cambiamento di forte interesse pubblico e sociale per i cittadini romani e gli italiani con un passato storico importante e unico.

FOTO: SHUTTERSTOCK