Roma ha un dialetto ricco di modi di dire e sono tante le espressioni che vengono riprese anche da altre parti dell’Italia. Tuttavia, alcune volte c’è chi le usa senza sapere nulla sul significato e origine. Alcune rimandano anche a campi semantici differenti come quello culinario. Oggi, infatti, parliamo di “Quinto quarto”, sapete cosa significa e di cosa si tratta?
Quinto quarto, perché si dice così a Roma
Quinto Quarto viene usato per parlare delle interiora del bovino e quindi della cucina romana. Tale parte dell’animale viene chiamata così perché in passato era quello che restava quando venivano tolti i quarti di bue o di altre bestie. Esse venivano considerate poco nobili.
Altre curiosità
Mentre in passato le interiora del bovino erano destinate ai poveri, oggi sono le parti più amate dagli chef della cucina gourmet. Ecco quali sono i piatti con esse per quanto riguarda l’arte culinaria di Roma.
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Una delle pietanze in cui ritroviamo il quinto quarto è la pajata, una preparazione tipica che si ottiene dalla parte superiore dell’intestino tenue del vitello appena macellato.
L’animella è la parte bianca e spugnosa che si trova nelle interiora dei giovani bovini e ovini, vale a dire vitelli e agnelli. Essa corrisponde alla ghiandola salivare ed è caratterizzata da un gusto morbido e delicato.
La trippa alla romana è un piatto molto antico e si tratta della parte meno pregiata del bovino che in passato veniva mangiata dalla gente più povera. Oggi, invece, è un piatto ricercato. Nell’antichità veniva consumata cotta sulla brace. La trazione vuole che la trippa alla romana venga mangiata durante il pranzo del sabato, infatti, ancora oggi nelle trattorie trasteverine si legge “sabato trippa” in tutte le sue sfaccettature.
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