La Torre del Papitto viene confusa spesso dai visitatori con la Torre Argentina, ma le due si trovano a pochi metri di distanza.
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La Torre del Papitto
Immersa nella storia medievale di Roma, la Torre del Papitto era una volta proprietà delle famiglie Papareschi e Pierleoni.
Il nome stesso ha radici interessanti e deriva dal soprannome di Anacleto, noto come “Papetto” o “Papitto” a causa della sua statura minuta.
Nel corso del tempo è appartenuta anche alle famiglie Cesarini e Boccamazzi nel XII secolo e faceva parte di un complesso più ampio.
Il restauro
Durante gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, l’architetto Antonio Muñoz organizzò delle demolizioni nella zona di Largo Argentina. Demolizioni che comprendevano anche la Torre del Papitto.
Tuttavia, nel 1930 fu solamente liberata dagli edifici circostanti e subì semplicemente ulteriori restauri nel 1940. Muñoz ha integrò parte del rivestimento in cortina, conferendo all’edificio un aspetto medievale, sebbene si tratti di fatto di un’opera più moderna di quel che si pensi.
Al fianco si trova un portico a cinque arcate, ricostruito con colonne di granito e marmo provenienti dalla casa Petrucci.
Perché la confondiamo con la Torre Argentina?
La posizione della Torre del Papitto, in Piazza dei Calcarari nel Rione Pigna, genera spesso confusione con la vicina Torre Argentina.
Quest’ultima, situata in Via del Sudario, dista solo poco da quella del Papitto ma è separata dall’Area Sacra di Largo di Torre Argentina.
Questa confusione è alimentata dalla vicinanza fisica tra i due edifici.
La demolizione dell’Area Sacra, inoltre, ha contribuito a trasformare la Torre del Papitto in un “falso amico” toponomastico.
Nonostante le ipotesi sull’origine del nome, legato a Anacleto II o ai Papareschi, l’edificio continua a essere confuso con quello poco distante.