A pochi passi dalla basilica di San Pietro si trova via di Panico, un nome molto particolare che affonda le sue origini nella storia romana.
Via di Panico, dove si trova?
Via di Panico, insieme a via del Banco di Santo Spirito e via Paola, forma un tridente che conduce alla maestosa piazza di Ponte Sant’Angelo. Questa disposizione urbanistica è una testimonianza del passato, quando questa zona era un punto cruciale per l’accesso alla basilica di San Pietro.
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Oggi, via di Panico conserva due Madonnelle che raccontano la sua storia. La prima, situata al civico 29, è un’edicola settecentesca che ancora oggi presenta i suoi decori originali, tra cui il cupolino a spicchi con ciondoli e frange, il mensolone di legno e un caratteristico lume. L’immagine antica della “Madonna della Pietà” fu purtroppo rubata nel 1992, ma è stata sostituita temporaneamente da una Madonna trecentesca fino a quando l’originale non è stata recuperata e riposizionata nel 2000, seppur priva della sua cornice a tortiglione con putti e cherubini.
La seconda Madonnella si trova all’angolo tra via di Panico e il vicolo di S.Celso ed è datata al 1867. Questa semplice cornice marmorea è incastonata su un pannello di marmo colorato e graffiato con un cuore su tralci fioriti. Mostra un’immagine affascinante della “Madonna col Bambino in braccio e San Filippo Neri inginocchiato in adorazione”. Una pergamena si srotola al di sotto di una piccola mensola marmorea con la frase “EXALTAVIT HUMILES”, un richiamo all’apostolato di San Filippo Neri tratto dal “Magnificat”, un cantico presente nel Vangelo secondo Luca. Questo cantico è noto anche come il “Cantico di Maria”. Un poco più sotto, una piccola targa invita le elemosine per San Filippo Neri, che possono essere donate attraverso uno sportellino di ferro, probabilmente un tempo chiuso da un lucchetto.
Da dove viene questo particolare nome?
Il nome di questa via affonda le sue radici nel XV secolo, precisamente nel 1456, quando fu menzionata per la prima volta come “loco qui dicitur panicho”. Questo riferimento sembra essere collegato a una famiglia di nome Panico che viveva in questa zona. Nel 1544, la via fu ampliata per volontà di Papa Paolo III.
Nel passato, però, via di Panico era un angolo ambiguo e pericoloso. In quel periodo, non c’era il Lungotevere o corso Vittorio Emanuele, e camminare per via di Panico significava entrare in un labirinto di vicoli nel Campo Marzio, popolato da individui poco raccomandabili, pronti a derubare i romani indifesi o i pellegrini appena arrivati in città. In un famoso monologo in romanesco, Americo Giuliani scrisse: “Poi, Giggi se cambiò!!! se fece amico co’ li più peggio bulli dell’urione, lassò er lavoro… bazzicò Panico”.