Roma, il parco che incanta a prima vista: l’oasi del verde ai piedi del Gianicolo

Avete mai sentito parlare di un tesoro nascosto ai piedi del Gianicolo? Villa Sciarra è situata nelle sue vicinanze, delimitata da Via Dandolo, Via Calandelli e dalle Mura Gianicolensi. Ecco come visitarla, cosa vedere ed altri dettagli sulla storia di uno dei luoghi più suggestivi di Roma.

Cosa vedere a Villa Sciarra al Gianicolo?

Fin dall’antichità Villa Sciarra è stata occupata da giardini e orti, il parco si estende in 7.500 m² ed al suo interno vi è una ricca varietà di flora mediterranea con oltre 12 specie arboree e una decorazione scultorea molto particolare.

I turisti potranno visitare una serie di statue e fontane provenienti dalla villa Visconti di Brignano d’Adda in Lombardia. In particolare, la grande Uccelliera in ferro, dove molto tempo fa dimoravano i pavoni; la Fontana dei Satiri con il biscione; la Fontana di Diana ed Endimione.

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Poi ancora la Fontana Belvedere, realizzata e progettata nel 1912 dall’ingegnere Enrico Gennari; il Casino Barberini, edificio principale della villa, ora sede dell’istituto Italiano di Studi Germanici; l’Esedra Arborea.

Infine, la Fontana della Tartaruga e la Fontana della Lumaca; la Fontana delle Sfingi che raffigura i quattro vizi capitali, la Fontana dei Putti.

Villa Sciarra al Gianicolo: prezzo e ingresso

Il parco della Villa è aperto dalle 7 di mattina fino al tramonto e l’accesso è gratuito.

Si può entrare da diversi ingressi:

  • incrocio tra Via Calandrelli, Via Pietro Roselli e via Bontemps Carlo
  • incrocio tra Via Calandrelli e via Nicola Fabrizi
  • Via delle Mura Gianicolensi

Un po’ di storia

L’origine di Villa Sciarra risale a molti secoli fa. In epoca romana la zona era dedicata al culto della ninfa Furrina, quando vi erano gli orti di Cesare e Cleopatra vi soggiornò. Durante l’impero di Nerone fu edificato un tempio, consacrato a divinità siriache.

La Villa divenne dei Sciarra quando la famiglia omonima la conquistò, diventandone proprietaria. Si parla della fine del XVII agli inizi del XX secolo: i Barberini-Colonna di Sciarra.

Successivamente la tenuta fu lasciata a George Wurts, ex diplomatico americano che fece ristrutturare la palazzina principale, trasformandola in una sede dell’istituto italiano di studi germanici, aggiungendone un’altra in stile neo-medievale.

Dopo la sua morte, la moglie di Wurts donò il parco allo stato italiano e due anni dopo divenne una struttura pubblica.

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