Il 2024 è appena iniziato e sarà bisestile. Febbraio, infatti, avrà 29 giorni ma da cosa dipende tale aspetto? Attualmente si usa il calendario gregoriano, vale a dire una riorganizzazione del calendario romano. E’ doveroso fare un accorgimento: ecco cosa c’entra l’Impero romano.
Anno bisestile: cos’è e chi lo ha deciso?
L’anno bisestile è un anno solare in cui avviene un’aggiunta di un giorno nel mese di febbraio. Si tratta di un accorgimento che viene usato in quasi tutti i calendari affinché non avvenga lo slittamento delle stagioni.
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L’origine dell’anno bisestile è da ricercare nell‘Antica Roma. Secondo le fonti, Numa Pompilio, secondo re di Roma, aveva deciso che febbraio dovesse essere l’ultimo mese dell’anno e che contasse 29 giorni, 30 ogni 4 anni.
Nell’VIII sec. A.C il Senato di Roma prese la decisione di cambiare il nome al mese di Sextilis, chiamandolo Augustus in onore di Ottaviano Augusto. Tuttavia, uscì fuori una problematica: il mese precedente, Julius, il nostro giugno, era dedicato a Giulio Cesare e aveva 31 giorni, quello di Augusto 30. Per non creare equivoci venne deciso di assegnare 31 giorni sia a luglio che ad agosto, togliendo un giorno da febbraio.
Un altro aspetto da ricordare è che per i romani, i mesi invernali non erano così importanti come quelli estivi perché in quel periodo le guerre venivano sospese. Non è un caso che ai tempi del calendario di Romolo, prima della riforma di Giulio Cesare, l’anno era composto da 10 mesi tutti con 30 e 31 giorni, si iniziava a marzo e si finiva a dicembre.
Cosa c’entra l’astrologia con l’anno bisestile?
L’anno bisestile è anche legato all’astronomia. Tutti sanno che la Terra gira intorno a sé stesso e intorno al Sole e che impiega 365 giorni e 6 ore a finire il suo percorso: le 6 ore che avanzano, ogni 4 anno, vanno a formare un giorno intero che si aggiunge a febbraio, che è il mese più corto.
Nonostante le due cose non siano collegate, intorno al mese di febbraio gira la leggenda secondo cui gli anni bisestili siano funesti. L’origine di tale credenza deriva dall’epoca romana poiché febbraio era dedicato ai riti funebri e quindi aggiungere un giorno in più al mese veniva considerato qualcosa di negativo.
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