Il 15 luglio 1823, un devastante incendio rase al suolo gran parte della Basilica di San Paolo fuori le Mura, uno dei più importanti luoghi di culto cristiani. Sebbene siano trascorsi quasi due secoli da questo tragico evento, le cause esatte dell’incendio rimangono ancora avvolte nel mistero. Il presente studio si propone di analizzare le fonti storiche e le testimonianze dell’epoca, al fine di ricostruire una narrazione accurata e dettagliata dei fatti. Attraverso un’attenta indagine, si cercherà di individuare le possibili cause scatenanti l’incendio, valutando ipotesi quali l’origine accidentale, un atto doloso o un evento naturale. Inoltre, verranno esaminate le conseguenze dell’incendio sulla vita religiosa e sociale della Roma dell’epoca, nonché le modalità di ricostruzione della Basilica. L’obiettivo è quello di offrire un contributo alla comprensione di un evento che ha segnato profondamente la storia della città e del patrimonio artistico italiano
Incendio alla Basilica di S. Paolo fuori le mura del 1823: ecco i fatti
Roma, 15 Luglio 1823: nella notte divampa un incendio nella Basilica di S. Paolo fuori le mura. Dalle cronache e dagli annali dell’epoca si legge:
Nella sera del 15 corrente Luglio circa le ore quattro della notte cominciò a manifestarsi una piccola fiamma
Un pastore a cavallo di nome Giuseppe Perna si accorge delle fiamme e dà l’allarme. Purtroppo i vigili del fuoco arrivano con molto ritardo e la basilica non ha scampo.
Questa triste vicenda ricorda il recentissimo incendio che ha distrutto Notre Dame de Paris. Le cause dell’incidente avvenuto in Francia ancora non ha spiegazioni chiare. Invece sull’incendio divampato a Roma le spiegazioni non tardarono ad arrivare.
Ristrutturazioni e incidenti: ecco cosa successe a Roma
La mattina dopo l’incendio, il giornale ufficiale della Roma del Papa Re riportava la seguente notizia:
“Per una fatalissima disgrazia derivata, per quanto apparisce, dal fatto di alcuni stagnari, i quali nel far jeri diversi lavori sul tetto della Basilica di S. Paolo fuori le mura lasciarono cadere de’ carboni accesi da una padella, si è nella scorsa notte appiccato il fuoco al soffitto della detta Basilica”
A quanto pare le fiamme che poi avvolsero la struttura, distruggendone gran parte, provenivano dal fuoco lasciato acceso per dimenticanza da alcuni operai che eseguivano in quei giorni dei lavori di ristrutturazione. L’incendio partì dalle impalcature presso le grondaie della navata centrale e presto si diffuse alle laterali, causando crolli e il danneggiamento di moltissime opere d’arte. Fortunatamente il transetto, il chiostro, l’abside, l’arco trionfale e il candelabro ressero al crollo rovinoso del resto della struttura.
Stendhal, che era a Roma in quei giorni, passò davanti alle rovine della Basilica; nelle sue “Passeggiate Romane” scrive:
“Io visitai S. Paolo il giorno dopo l’incendio. Ne ebbi un’impressione di severa beltà, triste quanto la musica di Mozart. Erano ancora vive le vestigia dolorose e terribili della sciagura; la chiesa era ancora ingombra di nere travi fumanti, semibruciate; i fusti delle colonne,spaccati per tutta la loro lunghezza, minacciavano ad ogni istante di cadere. I romani costernati,erano andati in massa a vedere la chiesa incendiata. Era uno dei più grandiosi spettacoli che io abbia mai visto”