Ogni tentativo è stato inutile: la chiusura della Sartoria Sorelle Antonini di Roma è purtroppo divenuta realtà. Nei giorni scorsi i titolari della storica bottega famosa per la plissettatura a mano hanno consegnato le chiavi. La saracinesca abbassata segna la fine di una tradizione lunga oltre 100 anni.
Sartoria Sorelle Antonini: i motivi della chiusura
Non sono tempi facili per le antiche botteghe artigiane. La crisi si è fatta sentire anche qui, in questo negozio di via Quintino Sella a Roma, dove per 120 anni e 4 generazioni è stata tramandata la tecnica della plissettatura a mano. Così, dopo oltre un secolo di storia, la Sartoria Sorelle Antonini si è arresa all’inevitabile chiusura.
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Il problema, come già successo per altre storiche attività della capitale, era l’affitto dei locali, non più sostenibile: 1.800 euro al mese a fronte di un incasso quotidiano pari a circa un terzo di quella cifra.
Non è bastato neanche vendere un mobile antico del ‘700, vanto di questa storica bottega romana che ha realizzato abiti per personaggi illustri, per pagare i debiti.
Dalle mani delle Sorelle Antonini sono venuti fuori abiti meravigliosi indossati dalle più grande attrici di Hollywood, da Liz Taylor a Greta Garbo. Non solo: il plissè del leggendario vestito bianco indossato da Marilyn Monroe nel film “Quando la moglie è in vacanza” è stato realizzato a mano proprio in questa sartoria.
Sartoria Sorelle Antonini: vano ogni appello
Per mesi, Simona Belcastro, figlia di una delle due sorelle, e suo marito Sergio Sacco, che gestivano lo storico negozio artigianale, hanno provato di tutto pur di salvare questo vero e proprio patrimonio storico della capitale. Ma nessuno è riuscito a evitare la chiusura della Sartoria Sorelle Antonini.
Nemmeno il vicepremier Luigi di Maio, a cui mesi fa i due hanno inviato una lettera contenente un accorato appello. Silenzio anche dall’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
I due hanno provato a contattare anche le grandi case di moda che hanno contribuito a rendere famose nel tempo, ma nessuno ha teso loro la mano.
Simona e Sergio chiudono non solo una bottega artigiana ma un lungo capitolo della loro vita e di quella della capitale, mentre rabbia e delusione si mischiano a un profondo senso di impotenza. Che fa sentire tutti un po’ sconfitti.
(foto @kikapress)