“Sei de coccio” è un’esclamazione romana che ha fatto il giro d’Italia per la sua forza evocativa, in grado di restituire l’immagine di una persona che non vuole capire.
“Sei de coccio” è un’esclamazione romana che ha fatto il giro d’Italia per la sua forza evocativa, in grado di restituire l’immagine di una persona che non vuole capire.
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“Sei de coccio”
Il modo di dire “sei de coccio” fa parte di un linguaggio molto noto, con radici profonde nella storia della città di Roma. Nonostante le sue origini romane, sembra che anche chi risiede al di fuori della regione sia a conoscenza di questo modo di dire, rendendo la sua fama diffusa in quasi tutta Italia.
La sua forma base, “essere cocciuto”, è comune in tutto il paese, ma solo a Roma si sente pronunciare con fervore l’espressione “sei popo de coccio”. Si tratta di una variante colloquiale, tipica del dialetto romanesco che mette in evidenza la testardaggine di una persona. In altre parti della penisola, potrebbe apparire più convenzionale sentire un lamentoso “cocciuto che sei” o “sei proprio cocciuto” in un italiano più corretto.
Il significato del modo di dire
L’origine di questa espressione è riconducibile al paragone tra la testa dura di una persona e il coccio, un materiale non malleabile che si rompe solo quando viene urtato con abbastanza forza da cadere. “Sei popo de coccio” allude proprio a questa caratteristica, sottolineando l’ostinazione e la durezza di testa di qualcuno. L’uso di questo modo di dire può variare di situazione in situazione, ma generalmente fa riferimento ad una persona testarda, che non capisce, o non vuole capire.
Un proverbio correlato, “essere un vaso di coccio tra vasi di ferro” richiama l’attenzione sulla delicatezza e la vulnerabilità di chi si trova in situazioni in cui altri sono più forti. Non è da confondere con l’espressione tipicamente romana.