Skin con i suoi Skunk Anansie alla Cavea per il Rock in Roma riportano l’attenzione sul tema delle diversità.
Quando scrivi tendenzialmente lo fai in terza persona per raccontare un fatto, una notizia. Se partecipi ad un evento come questo, il concerto degli Skunk Anansie alla Cavea, dove sul palco ritrovi una delle band che ha segnato la tua adolescenza, allora il racconto è diverso, l’emozione è un’altra e non puoi che raccontarlo come essere umano, per quanto questo possa valere in questo momento.
Ora c’è chi come me che rimane adolescente per tutta la vita ma questo è un altro punto, sta di fatto che ieri sera, nello scattare alcune immagini nel front row della bellissima Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, mi sono stato letteralmente inondato dall’energia magnetica di questa meravigliosa artista, Skin, e dalla sua band. Pochi i pensieri, molte le emozioni ma alcune cose ce le possiamo dire.
Provare e riprovare Il front row ai concerti è un must della vita
Il Front Row, il concetto dello stare davanti, l’immersione, l’esperienza fisica del ricevere in prima linea il messaggio. Stare nelle prime file di un concerto è un altro spettacolo, per quanto l’acustica sia ottima in venue come la Cavea, trovarti il cantante o la band che ti suona a due metri ed essere inondati da ettolitri di decibel è tutta un’altra cosa. Se ad aprire il concerto è Charlie Big Potato con Skin vestita con tanto di elmo di lattice e plastica nera poi il cuore se ne va per qualche istante e rimane solo l’ectoplasma della tua anima trasparente, immersa in uno spazio tempo e senza soluzione di continuità. Poi respiri e torni su questo pianeta. Ve lo consiglio è una esperienza da rifare a qualsiasi età anche per pochi minuti ma è senz’altro rivitalizzante per tutti i sensi e a livello emotivo è un vero trip.
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Il messaggio degli Skunka Anansie è degno di stadi ma il mondo è diverso
Una secondo pensiero va all’artista della serata, gli Skunk Anansie. Da sempre outsider e paladini del pensiero diverso, sono riuscito a diventare una realtà globale grazie alla sublime voce di quest’angelo nero. Elegante, puntuale, struggente, con quella sua meravigliosa infinita bocca sorridente, Skin ha sempre cantato di diversità, politica, omosessualità e ha abituato e aiutato il pubblico a evolvere. Una band del genere me la sarei aspettata protagonista di uno stadio. La stessa Skin, come nella precedente data Milanese, ci ricorda quanto anche lei sia una “immigrant”.
Skin, sacerdotessa di Iside
25 anni di musica in due ore di concerto, una realtà per entrare nella storia. Oggi dove tutto nasce e muore nel giro di un lustro trovarsi davanti un artista che da ben 25 anni calca le scene, giocando sempre in serie A, non è cosa da poco. Se ascoltiamo le canzoni capiamo che il merito va senz’altro a questa musica senza tempo I Can dream, You Followe Me Down Hedonism, Secretly. Canzoni che hanno avuto la capacità di modificare il DNA del grande pubblico e, complice sicuramente Xfactor, almeno nel nostro paese, hanno reso Skin non solo regina del rock femminile ma anche icona del rock, della diversità e performer senza tempo al pari di pochissimi altri personaggi stellari.
Lo spettacolo è lei che tra un ritornello ed una strofa, un sorriso e un uno due da pugile infila una frase in inglese ed italiano con la metrica di una batteria ed il timbro di un pistola che tanto ci fa sorridere. La sua energia maschile e femminile che le consente di essere ruvida e subito dolcissima passeggiando fra il pubblico di una platea che si apre davanti a lei come ad una sacerdotessa di Iside.
Scaletta del concerto Skunk Anansie Roma in Roma 2019
Charlie Big Potato
Because of You
All in the Name of Pity
I Can Dream
You’ll Follow Me Down
My Ugly Boy
Twisted (Everyday Hurts)
Weak
Cheap Honesty
Love Someone Else
I Believed in You
God Loves Only You
Without You
Hedonism (Just Because You Feel Good)
This Means War
Intellectualise My Blackness
Thear the place up
Secretly
What You Do for Love (Nuovo singolo)
Little Baby Swastikkka
The Skank Heads
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