No alla guerra, non alle sanzioni economiche, l'unica soluzione è il dialogo: l’Associazione romana Sport Against Violence aderisce alla dichiarazione della società civile irachena, kurda e internazionale.
In risposta alle tensioni e conflitti che hanno fatto seguito al referendum della regione del Kurdistan, le organizzazioni della società civile invocano a gran voce la pace.
Con l'obiettivo di far progredire il dialogo ed opporsi all'attuale conflitto, le organizzazioni della società civile sono state inviate a sottoscrivere l'appello: “NO TO WAR, NO TO ECONOMIC SANCTIONS, THE ONLY SOLUTION IS DIALOGUE”
Riconoscendo il ruolo della società civile per promuovere la pace, la nonviolenza e il rispetto dei diritti umani, viene richiesto un dialogo per affrontare i problemi tra il governo centrale iracheno e il governo regionale di Kurdistan per scoraggiare le tensioni e per la cessazione interventi esterni.
L'appello è stato sottoscritto sin da subito dall’Associazione Sport Against Violence, da anni impegnata in una serie di progetti nell’area mediterranea e mediorientale, in particolare in Iraq e Kurdistan iracheno.
Ecco i cinque punti principali dell'appello:
1.) Fermare l'escalation di tensioni e conflitti: i politici di Baghdad e di Erbil dovrebbero mettere in prima linea il loro dialogo sui punti che concordano, non sui loro punti di contesa.
2.) Affrontare il referendum: non si dovrebbe concentrarsi sulla punizione o ritorsione, soprattutto per quanto riguarda i civili, se hanno votato o hanno boicottato il referendum.
3.) Gestione dei territori controversi al fine di consentire la costruzione della pace, il ritorno volontario o soluzioni alternative durature per gli sfollati e la ricostruzione delle aree colpite. I cittadini delle aree controverse dovrebbero essere coinvolti in tutte le decisioni circa il futuro di questi territori.
4.) Aeroporti, attraversamenti e frontiere: apertura di una discussione tecnica da parte degli esperti sui modi migliori per gestire tutti i confini, i trasporti, i porti e gli aeroporti dell'Iraq da sud a nord e quelli situati all'interno della regione curda in particolare.
5.) La società civile internazionale, le Nazioni Unite, l'Unione europea dei paesi limitrofi dovrebbero sostenere questa iniziativa e lavorare per motivare tutti i governi a unire le forze per raggiungere l'obiettivo di costruire una pace umana sostenibile e solidarietà internazionale.
Il testo integrale dell'appello è disponibile sul sito dell'Iraqi Civil Society Solidarity Initiative – l'iniziativa di solidarietà della società civile irachena (ICSSI) dedicata a riunire le società civili irachene e internazionali attraverso azioni concrete per costruire un altro Iraq, con la pace e con i diritti umani per tutti.