‘Te porto a cavacecio’, sai perché si dice così? Non c’entrano nulla i ceci!

Il dialetto romano è ricco di modi di dire ed espressioni conosciute in varie parti di Italia.

Alcune più popolari e altre meno, in questo articolo poniamo l’attenzione nella frase “Te porto a cavacecio”: cosa significa e perché si dice così?

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Scopriamolo insieme.

“Te porto a cavacecio”, significato e curiosità sul modo di dire romano

Con l’espressione “Te porto a cavacecio” ci si riferisce ad una persona che porta sulle spalle un’altra persona. Per cavacecio, quindi, si intende la posizione che si assume stando seduti sulle spalle a cavalcioni del collo di qualcuno, vale a dire quando la pancia di chi sta sopra entra a contatto con la schiena del portatore che di solito tiene le gambe del portato che a sua volta tiene il collo o alle spalle di chi lo regge.

Sul termine cavacecio non ci sono notizie riguardanti la sua provenienza dato che risulta molto difficile capire da dove deriva. C’è chi ha parlato di un certo cavalluccio o a cavallo di un ciuccio, espressioni che nel corso dei secoli si sarebbero evolute in cavacecio. Ma almeno attualmente risulta difficile risalire ad una fonte precisa. Sarebbe certo, però, che il cecio non c’entri nulla.

Altri modi di dire

Il dialetto romano è ricco di espressioni, modi di dire e frasi con un significato insolito e curioso che rimandano spesso ad altri campi semantici. “Sei figlio dell’oca bianca”, “Non farti infinocchiare”, “Fare il giro delle sette chiese”, “Ammazza che giannetta“, “Sei er mejo Fico der Bigonzo” sono solo alcuni dei modi di dire conosciuti non solo a Roma ma anche in altre parti d’Italia e a volte usati non solo dai romani in modo ironico e divertente.

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