Per gli amanti della cucina romana, è un piatto storico che deve essere assolutamente provato: è la trippa alla romana.
La trippa fa parte di quell’insieme di frattaglie, insieme alla coda, la coratella e la pajata, dei ruminanti. Nonostante possa apparire un piatto poco apprezzabile, questo alimento rappresenta uno dei piatti più amati della cucina popolare romana.
La trippa alla romana è, infatti, un piatto ricco e saporito, che veniva spesso utilizzato dalle famiglie povere che vendevano la parte pregiata del bovino ai più nobili. Da qui il nome “quinto quarto“, in quanto all’epoca i macellai di Roma dividevano la carne in quattro parti, lasciando le frattaglie ai meno abbienti.
Oltre ad essere un ingrediente tradizionale, questa pietanza è anche apprezzata per il suo valore nutrizionale. Ricca di proteine e povera di grassi, questo alimento contiene solo il 4 per cento di grassi e 17 per cento di proteine.
Trippa di sabato: una tradizione rimasta negli anni
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La trippa, come tante ricette di Roma, veniva spesso cucinata in un giorno preciso della settimana, in questo caso il sabato. Sono molte, infatti, le osterie che usavano nel proprio menu indicare “sabato trippa” come ritualità romana. In particolare, il sabato a pranzo si mangiava la trippa preparata con il pomodoro, il pecorino e la mentuccia fresca.
Come veniva fatta
Noto per il suo sapore robusto e la sua consistenza unica, la trippa viene tagliata a strisce e cotta lentamente in un sugo a base di pomodoro, con l’aggiunta di carote, sedano, cipolla, vino bianco, erbe aromatiche e spesso arricchito con pecorino romano grattugiato.
La trippa alla romana è quindi più di un semplice piatto, è un simbolo della storia e della cultura di Roma. Per i visitatori di Roma gustare un piatto di trippa autentica è un’esperienza uni che celebra la bontà dei sapori semplici e dagli ingredienti umili.