Via dei cessati spiriti a Roma è infestata dai fantasmi: dalla leggenda del 1500 alle storie tramandate nel corso dei secoli

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Avete mai sentito parlare della Via dei Cessati Spiriti? E’ una delle strade più curiose e paurose di Roma date le storie che vi si aggirano intorno.

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Fantasmi e briganti ne sono i protagonisti, ecco cosa succedeva fin dal Rinascimento quando i viaggiatori parcheggiavano i loro carri da quelle parti: i cavalli sparivano nel nulla.

Via dei Cessati Spiriti a Roma, una storia di fantasmi e briganti

Via dei Cessati è una strada antica situata nella zona di Largo Colli Albani vicino Via Appia Nuova e il Parco della Caffarella a Roma. La sua storia rimanda al 1500 e agli incontri notturni avvolti nel mistero nelle vicinanze delle tombe in via Latina.

Nei secoli successivi, dalla fine dell”800 e l’inizio del ‘900 la via venne denominata degli spiriti a causa della presenza di briganti che vivevano nelle baracche in prossimità della zona palustre appena bonificata.

Da qui la storia secondo cui quando i viaggiatori giungevano in un’antica osteria nei pressi della via e lasciavano i carri, al loro ritorno non trovavano più i cavalli, scomparsi misteriosamente.

L’episodio si ripeteva costantemente così da far credere che ci fossero i fantasmi dato che non vi erano altre figure insolite ma si muovevano le canne al vento nei pressi del parco.

A tal proposito nel 1800 fu costruita un’edicola con l’immagine della Madonna nei pressi della via affinché venisse esorcizzato il luogo. Poco dopo, i furti terminarono improvvisamente. C’è chi attribuisce ciò alla superstizione: i ladri temevano una presenza religiosa così, per evitare possibili conseguenze nefaste, preferivano smettere di compiere tali gesti.

Nel 1945 la Giunta Municipale pubblicò una delibera affinché la strada venisse chiamata ufficialmente “Via dei Cessati Spiriti”.

Via dei Cessati Spiriti Roma, com’è oggi

La Via dei Cessati Spiriti a Roma fa parte del quartiere Tuscolano dove sono stati costruiti case, strutture e edifici. La zona è molto attiva e tanti sono i servizi a disposizione per i cittadini.

Tuttavia, è possibile vedere sul posto i ruderi dell’osteria, l’abbeveratoio, il fienile. Sono presenti anche i resti di archeologia industriale di una fonderia statuaria che fu costruita nel 1890 e poi dismessa nel 1965.

La via fu ripresa in alcuni racconti e film come un documentario del 1959 di Gian Vittorio Baldi, il film “Totò, Peppino e la dolce vita”, film di Fellini “La dolce vita”.

FOTO: SHUTTERSTOCK