A Viterbo i primi di settembre si celebra un’antica tradizione: si tratta del trasporto della Macchina di Santa Rosa per le vie della città.
L’evento, di grande effetto scenico, è stato persino dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2013 e si compie con il trasporto da parte di 100 facchini della Macchina di Santa Rosa, un baldacchino che arriva a misurare circa 30 metri di altezza, una sorta di “campanile che cammina”, data la sua forma artistica ed elaborata, che comprende anche fiaccole e fiammelle.
Per due anni, a causa dello stop forzato impostato dal Covid e dalla pandemia, il ‘miracolo’ non c’è stato, per questo cresce l’attesa per l’edizione del 2022. In vista del Giubileo della Misericordia, per questa processione è stato aggiunto anche un tratto speciale rispetto al solito percorso di circa 1 km.
La storia della Macchina di Santa Rosa e gli incidenti del passato
Il trasporto della Macchina di Santa Rosa è un evento unico quanto pericoloso: nella lunga storia della processione infatti ci sono stati alcuni incidenti, come quello del 1986 che, solo per un miracolo, non divenne una strage: il trasporto di “Armonia celeste” fu caratterizzato da attimi di vero panico.
Durante il trasporto, infatti, la Macchina urtò la grondaia di un tetto e cominciò a oscillare, non solo: successivamente all’evento una commissione speciale venne interpellata per individuare le cause dell’incidente sfiorato. Nel giro di pochi minuti, infatti, i facchini furono chiamati a uno sforzo incredibile per riportare la macchina in equilibrio, fino alla posa concitata davanti al Santuario.
Foto: Shutterstock