Genius Loci. Presentazione del libro e incontro con il fotografo Vincenzo Labellarte

Venerdì 24 gennaio 2025 dalle ore 19, ospiteremo presso la sede del WSP Photography in Via Costanzo Cloro 58 Roma, il fotografo Vincenzo Labellarte che ci presenterà il suo lavoro e il libro “Genius Loci”. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti.

Se nella Roma Antica il Genius Loci era un’entità soprannaturale legata a un luogo, in epoca moderna il concetto viene applicato alla città e il territorio da Christian Norberg-Schulz, che lo definisce come l’insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città.

La Puglia, Roma, il Friuli: tre luoghi d’elezione, tre racconti per immagini di paesaggi in divenire, plasmati e trasformati dalla mano dell’uomo. Parte da qui il percorso che l’architetto e fotografo Vincenzo Labellarte compie in Genius loci.

La ricerca dei caratteri di un territorio è sempre stato per Vincenzo Labellarte il modo più naturale per conoscere ed entrare in relazione con quel luogo e i suo abitanti, a partire dalla provincia di Bari dove è nato, passando per Roma dove si è formato, per finire con il Friuli, dove attualmente vive.
Caratteri di tipo storico, oggettivamente riconosciuti, ma anche soggettivi, legati ai ricordi e alle storie individuali.

In Puglia Labellarte ha scelto di raccontare, sotto la luce tagliente del sud, alcuni aspetti che caratterizzano la provincia di Bari, come la progressiva sostituzione del tessuto urbano storico da parte di quello contemporaneo, la presenza frequente nel paesaggio urbano di simboli religiosi in situazioni a volte del tutto inaspettate e infine l’insieme di ricordi ed emozioni che lo legano a quei luoghi.

A Roma invece la dimensione notturna è sembrata al fotografo quella più adatta a raccontare l’identità della città. Dopo il tramonto la capitale acquisisce un’atmosfera molto diversa da quella caotica che manifesta di giorno, richiamando un certo immaginario surreale e cinematografico. E’ in quell’atmosfera che i cantieri acquistano una dimensione estetica imprevista e i contrasti che derivano dalla la stratificazione millenaria del tessuto urbano si fanno più evidenti.

Il Friuli ha rappresentato per Labellarte un territorio completamente nuovo, con caratteri molto diversi da quelli degli altri luoghi in cui aveva vissuto. Un territorio che ha cercato di conoscere attraverso il mezzo fotografico scoprendo un paesaggio, spesso immerso in una luce diffusa, caratterizzato da forme dell’abitare tradizionale molto legate alla storia del territorio, in cui a volte la vegetazione tende a riappropriarsi degli spazi che le erano stati sottratti e dove il rapporto tra memoria e luoghi, anche quelli dimenticati, risulta sempre presente.

Il progetto è stato realizzato nell’ambito del premio FVG 2024 organizzato dal Centro di Ricerca e Archiviazione Fotografica.

Vincenzo Labellarte è nato a Bari, nei primi anni di università inizia a studiare fotografia, sviluppo e stampa in camera oscura. Successivamente si trasferisce a Roma dove completa gli studi in Architettura e approfondisce lo studio della fotografia documentaria, focalizzando l’attenzione su progetti a lungo termine. Negli stessi anni sviluppa un interesse per la rappresentazione del paesaggio urbano e lo studio del territorio, in particolare per le ricerche sul paesaggio americano del movimento New Topographics e per i lavori dei fotografi della scuola di Düsseldorf e della scuola italiana di paesaggio. Il suo percorso di ricerca si concretizza inizialmente in una trilogia di progetti, pubblicati ed esposti a Roma, Reggio Emilia e Torino, che ritraggono segni e criticità di una Roma raccontata nella sua dimensione notturna. Credendo nel valore della condivisione di idee, promuove e partecipa a progetti collettivi come l’esposizione “Niente da Vedere” del 2015, in cui quattro fotografi hanno raccontato la loro idea di quotidianità urbana, e “Lìmine – Guida ai limiti di una città”, progetto sul concetto di confine territoriale, curato da Massimo Siragusa e pubblicato come libro nel 2017. Collabora e pubblica con il settimanale l’Espresso, AR Magazine – Rivista dell’Ordine degli Architetti di Roma e pubblica su Int/Ar Journal, della Rhode Island School of Design. Nel 2024 riceve il premio Friuli Venezia Giulia Fotografia dal CRAF, Centro di Ricerca e Archiviazione Fotografica, con Genius Loci , un progetto sui caratteri dei luoghi di tre territori, Friuli, Roma e Puglia.
Attualmente si occupa di fotografia museale, collaborando con il Museo MAXXI di Roma e prosegue il suo lavoro nell’ambito della fotografia di architettura e del territorio.