La grande mostra “Il mondo fluttuante. Ukiyoe. Visioni dal Giappone”, in corso fino al 23 giugno 2024 al Museo di Roma a Palazzo Braschi, estende gli orari di ingresso con una serie di aperture straordinarie!
A fronte del grande successo riscosso l’esposizione, che ha accolto in due settimane di apertura quasi 15.000 visitatori, rimarrà straordinariamente aperta fino alle 21.00 nelle giornate di sabato, domenica e festivi a partire da sabato 9 marzo, con ultimo ingresso previsto alle ore 20.00.
Vieni a scoprire il fascino e la tecnica dell’Ukiyoe attraverso 150 capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo.
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Palazzo Braschi, Piazza di San Pantaleo, 10
La mostra presenta 150 capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l’Ottocento, focalizzandosi su quello che è stato il filone artistico più innovativo del tempo e internazionalmente ancora oggi influente: l’ukiyoe.
Letteralmente traducibile come “immagini del mondo fluttuante”, si tratta di un genere pittorico nato in epoca Edo (1603-1868) che include rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, ma anche paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, oltre a stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.
Quello che si ricava dalla mostra è una panoramica dei circa duecentocinquant’anni sotto il governo militare dei Tokugawa, un lungo periodo di pace segnato da grandi cambiamenti sociali, economici ed artistici che si chiuse con la riapertura forzata del Paese agli scambi con le potenze occidentali a partire dalla metà dell’Ottocento e la Restaurazione Meiji che riportò al centro del potere l’Imperatore.
Sono rappresentati i più importanti maestri dell’ukiyoe, oltre 30 artisti, a partire dalle prime scuole Seicentesche come la Torii fino ai nomi più noti di Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Tōshusai Sharaku, Keisai Eisen e alla grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada che rappresentò l’apice e forse anche il dissolvimento del genere quando i tempi stavano ormai cambiando.
La tecnica dell’ukiyoe, importata dalla Cina, implementò la diffusione di immagini e libri permettendo una produzione in serie grazie anche al talento degli artisti ingaggiati. La produzione di stampe, infatti, rappresentò un vero e proprio mercato, tantissimi furono gli artisti e i professionisti, tra pittori, intagliatori, stampatori, calligrafi, che lavoravano in atelier sotto la direzione di un editore il quale sosteneva economicamente il progetto, sceglieva artisti e soggetti, e immetteva le opere sul mercato.
La grande novità che l’ukiyoe convogliava erano i soggetti, completamente diversi dalla grande pittura parietale aristocratica al servizio dei potenti e dalle scuole classiche di Kyoto. A Edo a dettare gusti e le mode era la classe cittadina emergente, composta soprattutto di mercanti arricchiti che, pur non avendo potere politico, cominciarono a permettersi il godimento del lusso e di intrattenimenti di ogni genere. Ukiyo, che fino ad allora era stato inteso nel senso di attaccamento all’illusorio mondo terreno da cui rifuggire, secondo l’insegnamento buddhista, ora prendeva un senso opposto di godimento dell’attimo fugace e di tutto ciò che era alla moda.
In questo senso l’ukiyoe è una testimonianza diretta della società giapponese del tempo, degli usi e dei costumi, delle mode da indossare, dei luoghi naturali e delle vedute urbane più ricercate. Dalle immagini del teatro kabuki con i volti degli attori più affermati fino ai quartieri di piacere ravvivati dalla bellezza di cortigiane e geisha altrettanto note, agli spettacoli di danza, musica e di intrattenimenti con ogni forma d’arte. L’ukiyoe, tuttavia, dietro al racconto di nuove mode e stili di vita, lascia trasparire anche una raffinatezza culturale testimoniata dalla diffusione delle arti intese come discipline formative dell’individuo colto, talvolta utilizzate come espediente per aggirare la censura del governo che vietava soggetti legati a cortigiane e attori, nascosti da artisti ed editori sotto velati insegnamenti morali e moralistici.
Accanto a dipinti e silografie sono esposti anche strumenti musicali, giochi da tavolo, un soprakimono (uchikake) e accessori del corredo femminile e maschile alla moda, restituendo così la realtà di molti oggetti d’arte applicata rappresentati nell’ukiyoe e collezionati a fine Ottocento dai primi artisti e professionisti italiani residenti in Giappone.
LA MOSTRA
L’esposizione si snoda attraverso un percorso di sette sezioni che accompagnano il pubblico alla scoperta di aspetti molteplici del lungo periodo Edo: culturali, estetici, artistici. sociali, politici ed economici.
ORARIO
dal 20 febbraio al 23 giugno 2024
dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
Lunedì, 1 maggio
> Biglietto SOLO mostra UKIYOE. Il Mondo Fluttuante
Preacquisto ONLINE, tramite il call center 060608 e presso la Biglietteria del Museo di Roma Palazzo Braschi (Piazza San Pantaleo, 10 – Piazza Navona, 2 – 00186 Roma:
– Acquisto dei biglietti per il giorno stesso in biglietteria (in contanti o con carta di credito), senza diritto di prevendita.
– Preacquisto con diritto di prevendita di € 1,00 in biglietteria solo per i giorni successivi (pagamento solo con carta di credito).
Intero € 15,00;
Ridotto € 13,00
> Ingresso con biglietto RIDOTTO SOLO MOSTRA per i possessori della MIC Card