A Roma si verificano al giorno ben 14 incidenti con le moto che portano a 30 morti all’anno. Ecco qual è la prima vera causa di questi sinistri su strada: cosa risponderà Virginia Raggi
Le buche disseminate per le strade di Roma uccidono. A certificarlo, ora, anche l’indagine della fondazione Caracciolo di Aci che analizza l’incidentalità di moto e scooter nella capitale.
Da quanto emerge da “La sicurezza stradale nella Capitale delle due ruote” – questo il titolo del report – dal 2010 ad oggi i sinistri che hanno coinvolto i motociclisti a Roma sono diminuiti del 38%. In calo anche i decessi, del 40%, e i feriti, del 38%.
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Il numero di incidenti, però, resta alto con oltre 5 mila episodi all’anno, 14 al giorno, così come elevato continua ad essere il numero di persone che perdono la vita, in media 30 ogni 12 mesi. Nel 2017, ad esempio, di morti se ne sono contati 31, 23 centauri e 8 pedoni.
Oltre agli spietati dati, lo studio – presentato negli scorsi giorni a Roma da Giuseppina Fusco, vice presidente dell’Aci, alla presenza del presidente della commissione Mobilità del Comune, Enrico Stefano – analizza il tema delle mobilità su due ruote in città avvalendosi anche di interviste: 800 i conducenti interpellati.
Di questi, quasi la totalità – ben il 98% – ha indicato come primo fattore di rischio incidenti la presenza delle buche sull’asfalto, mentre l’81% dà la colpa ai tombini non in buono stato.
“Lo stato delle manutenzione delle strade è uno dei fattori di incidentalità maggiore” ha commentato Fusco, che auspica “non solo per Roma ma per tutto il nostro sistema infrastrutturale di avviare politiche di recupero dell’arretrato manutentorio per salvate vite umane”.
Tra le altre causa indicate dal campione intervistato, ci sono il comportamento indisciplinato degli automobilisti (64%) e la distrazione: il 24% dei motociclisti ha ammesso di usare lo smartphone mentre guida.
Per il Campidoglio, sarà ancora colpa degli utenti della strada che non hanno imparato a evitare le buche?
(foto @kikapress)