Update del 28/05: Katherine Langford, che interpreta Hannah Baker, ha confermato che non ci sarà nella terza stagione
La recensione contiene spoiler: impossibile il contrario, ma ci siamo andati piano.
Appena si finisce di vedere Tredici, soprattutto se si è reduci da un binge-watching, ci si sente come appena usciti da una centrifuga: spiazzati, agitati dai sentimenti contrastanti che questa serie, nel bene e nel male, riesce a tirare fuori.
E’ una seconda stagione complessa, come forse solo la testa di un adolescente potrebbe essere, e gli autori ci hanno buttato dentro un po’ di tutto: amore, redenzione, rabbia, il sempreverde bullismo, quello che ieri si chiamava predominiio WASP e oggi si chiama White male privilege ,un occhio strizzato al #metoo e l’altro alla piaga della Gun Violence.
Tutto mescolato ad una atmosfera angosciante, da film poliziesco, che fa da sfondo alla crescita -questo si, un elemento apprezzabile- dei personaggi che avevamo conosciuto lo scorso anno.
Cresce anche Hannah, incredibilmente, anche se è morta: la conosciamo meglio, diamo un senso a parecchie cose che nella prima stagione non ne avevano molto.
C’è un senso di ingiustizia profondo che permea le tredici puntate: nello sconvolgente finale Olive, la mamma di Hannah, consegna a Clay una lista di motivi per cui non suicidarsi, che la figlia aveva scritto al pc. Purtroppo solo 11, contro i 13 che invece l’hanno spinta al gesto.
13 motivi, 13 persone, che sono state in realtà le uniche ad esserle infine amiche e che ballano il “suo” lento durante il ballo studentesco. La chiusura di un cerchio? O la dimostrazione di quanto Hannah abbia sbagliato?
Preferisco vederla così: se Tredici doveva passare un messaggio, in questa seconda stagione, era quello dell’assoluta stupidità del gesto di Hannah Baker e forse ci è riuscito.
Pur tra luci ed ombre e con qualche incertezza narrativa, come il perfido Montgomery, mente di tutto eppure personaggio sempre secondario, oppure la love story inspiegabilmente segreta fra Hannah e Zack (perchè non dirlo nella sua cassetta?)
Il suicidio di Hannah ha dato il via ad una serie di reazioni a catena dalle conseguenze devastanti: Bryce Walker che viene accusato di stupro ma la fa praticamente franca, la famiglia Baker perde la causa contro la scuola, la scuola stessa continua a permettere ai bulli che la dominano di perpetrare violenze allucinanti ai danni degli studenti più deboli. E per un pelo si sfiora la strage.
Mi è piaciuta questa seconda stagione di Tredici?
Più della prima e dei suoi buchi narrativi, e già so sicuramente più della terza che, a giudicare dal finale, Netflix ci proporrà la prossima stagione.
La storia di Hannah Baker è finita: forse la si poteva far finire meglio di così, ma in ogni caso adesso sappiamo veramente tutto di lei. Per quanto riguarda le altre storyline del Liberty High, le porte di una scuola come quella dovrebbero soltanto chiudersi per sempre, almeno per dare una speranza al pubblico giovane che ama la serie e purtroppo si riconosce in qualche storia.
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