Barbara D’Urso Verissimo fa una confessione molto intima su quel passato traumatico per lei. La morte della mamma è stato un duro colpo, ma anche il calvario precedente alla sua scomparsa. Cosa ha raccontato
Barbara D’Urso in questi anni ci ha abituato a racconti di ogni tipo nel corso delle sue trasmissioni. Questa volta, però, a confessarsi intimamente è stata lei, facendo una serie di rivelazioni molto personali nello studio di Verissimo.
LEGGI ANCHE: — Il cachet di Barbara D’Urso per tutti i programmi Mediaset che fa: ecco quanto guadagna a puntata
Carmelita si è praticamente espressa a cuore aperto nel programma di Silvia Toffanin, mostrando un suo lato fragile, che supera la corazza di donna forte che siamo abituati ad ammirare.
La conduttrice di Pomeriggio Cinque ha infatti rivelato di aver dovuto affrontare 15 anni di analisi per superare un evento altamente traumatico: la morte della mamma, avvenuta quando lei aveva soltanto 7 anni dopo un lunghissimo calvario.
Per Barbara D’Urso Verissimo pieno di confessioni sulla sua infanzia
Un evento tragico che le ha fatto condurre un’infanzia davvero dolorosa.
“Sorrido sempre alla vita – ha raccontato Barbara – ma la verità è che ho dovuto imparare a mettere una maschera fin da quando ero una bambina. La indosso sempre, tranne quando sono con le persone a me più vicine”.
In realtà però, come ogni bambina, anche lei aveva bisogno della sua mamma: “Mi mancavano gli abbracci, lei era sempre attaccata a tubi e flebo e abbracciarla era molto difficile. È stata bloccata a letto per lunghi anni. Questa difficoltà ad abbracciare qualcuno la vivo ancora oggi”.
A Verissimo Barbara D’Urso si racconta intimamente: “Ho un buco dentro”
Una serie di eventi che ha avuto ripercussioni anche sul suo essere donna, sul non avere incontrato un compagno per la vita.
“Non avere un uomo accanto manca anche a me – ha concluso la D’Urso – Sono delusa da me stessa perché non riesco a farmi piacere nessuno. La verità è che avendo un buco dentro, un trauma, una mancanza che ti accompagna dentro, anche dopo 15 anni di analisi, quel buco lì è difficile da colmare”.