La nostra intervista a Costantino Della Gherardesca, che ci presenta il nuovo quiz a domicilio Apri e Vinci, in onda su Rai2 dal 7 gennaio.

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Prodotto da Rai2 in collaborazione con Stand By Me, ha debuttato il 7 gennaio su Rai2 Apri e Vinci, il nuovo quiz a domicilio che vedrà protagonista il conduttore Costantino Della Gherardesca. Il nuovo format andrà in onda dal lunedì al sabato alle 16.45 e la domenica alle 20.00 e vedrà Costantino in viaggio in tutta Italia alla ricerca di famiglie disposte ad accoglierlo in casa loro. E proprio lì, dopo la classica citofonata, avrà luogo il quiz.

Ciao Costantino! Con Pechino Express ci hai portato in tutto il mondo, con Apri e Vinci invece che tipo di viaggio ci mostrerai?
Un viaggio attraverso l’Italia, dal Nord al Sud dentro le case degli italiani, dove farò un quiz. È un quiz a domicilio. Devo dire che le persone sono molto più a loro agio nelle loro case, quindi sono felici.

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Niente ‘serietà’ da studio televisivo?
In generale è un quiz più sbrigliato, perché uno studio televisivo molto spesso incute un po’ di paura se non si è abituati a fare televisione. Quando i concorrenti vanno negli studi dei grandi quiz c’è sempre un po’ di soggezione, con tutte le luci e l’istituzionalità della situazione. In questo caso, invece, lo studio è la loro casa e vedrai che, in confronto ai normali quiz negli studi, le persone che giocano sono molto più a loro agio, anche perché sono io l’ospite e non loro. Detto questo, è anche molto interessante vedere come ti accolgono nelle loro case.

Cosa ti ha colpito di più?
Napoli. Ovviamente vengo accolto in tutte le case d’Italia, anche perché mi presento con i soldi in palio. Sarebbe diverso se mi presentassi alle porte chiedendo i soldi, no? (ride, ndr). Le persone hanno la possibilità di vincerli rispondendo a domande di cultura generale, sia scolastica che contemporanea, e sono tutti molto accoglienti. In certi posti, però, più che in altri. E Napoli è stata particolarmente accogliente. È spiritoso il fatto che in ogni casa mi offrissero cibo, caffè, pasticcini e sfogliatelle. I miei concittadini milanesi sono stati molto carini, però non c’è quello spirito di giovialità e di accoglienza al Nord che c’è invece nel Sud nell’Italia.

Se non sbaglio, c’è una parte del programma che ti vede anche andare in giro per le strade delle varie città…
Hai capito bene. Quella parentesi però è molto breve. Io vado in giro perché ovviamente, per andare da una location all’altra per presentare questo quiz, abbiamo girato per le strade di Napoli, Roma, Milano… A volte ci son state reazioni molto divertenti, perché faccio domande a caso alle persone per strada e capita che mi diano risposte molto buffe. Anche lì, i più accoglienti sono stati senza dubbio i napoletani.

Napoli ti è rimasta proprio nel cuore!
Devo dire però anche che Napoli mi ha fatto ingrassare 4 kg durante le riprese.

Ti capisco.
È la mia città preferita in Italia perché lì mi sento benvoluto. Però, allo stesso tempo, ho scoperto le frittatine, che è la pasta con la besciamella impanata e fritta. Una cosa veramente molto calorica, che però a me piaceva tanto. Per non parlare dei dolci. C’è una pasticceria ogni dieci metri. Napoli è una versione allegra, gioiosa e divertente dell’Italia. Penso sia il bello di questa città.

A proposito dei tuoi giri, ci farai vedere molti momenti familiari. Che tipo di ritratto delle famiglie italiane viene fuori?
Siamo un paese molto ironico. I romani hanno un grandissimo senso dell’umorismo, molto particolare e molto simile a volte a quello inglese. Direi che siamo la nazione europea in cui le persone sono più spiritose, eccezion fatta per l’Inghilterra dove sono molto buffi, specialmente l’Inghilterra popolare. Mi sono fatto anche l’idea che l’informazione e il sapere siano molto importanti al giorno d’oggi. Capisci subito, anche con un quiz così semplice e così leggero come questo, quali sono i ragazzi che lavorano e che vorranno andare avanti a lavorare e studiare nella vita e quelli che sono più cicale che formiche. Quelli che vogliono uscire e fare baldoria con gli amici. La cosa più divertente del programma è proprio il fatto che vedi ogni tipo di persona. C’è il secchione che azzecca tutte le domande e il ragazzo a cui non frega niente di studiare e interessa solo andare allo stadio.

Un’ottima rappresentazione dell’Italia…
Assolutamente sì.

Una mia curiosità. Hai mai visto Complimenti per la trasmissione di Chiambretti?
Assolutamente sì. Andava nelle case delle persone con uno smoking. Lo ricordo, era negli anni ’80. Io ho lavorato con Piero, lo conosco e gli voglio bene. Ho iniziato proprio con lui in tv. Il programma era con dei giochi, noi abbiamo una trafila legale da fare col notaio, che viaggia con noi. Complimenti per la trasmissione lo ricorda. Era un ottimo programma.

In un’epoca in cui, come dici tu, regna la realtà del quiz in studio quanto è importante uscire dalle regole della tv e proporre questi format che ti portano un po’ al di fuori di certe regole canoniche?
Per il pubblico è importantissimo avere una televisione aperta, vedere programmi in esterna e che rispecchino la realtà. Programmi che non siano troppo costruiti. Di solito i quiz sono molto didascalici. Qui, nel bene e nel male, finisci in un ritratto dell’umanità che a volte è anche toccante e divertente, finisci per tifare di più per questi ragazzi. Speri che vincano i soldi. Certo, poi quando li vincono non sai che se ne fanno. Ad esempio, ho incontrato una famiglia di teatranti molto simpatici ma molto poveri. A loro è andata bene, ma con i soldi volevano comprare vestiti e piume di struzzo. Ho detto loro: ‘No ragazzi, pagateci l’affitto’.

Roberto Bolle